Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«D’Alema e Vendola non mi impediranno di agire da mediatore»
Una lunga dissertazione sui mali del Pd e di quello che fu il centrosinistra. Michele Emiliano commenta i risultati del voto siciliano, assai deludenti per la sua parte. Ma prima di parlare a casa propria - il Pd - si rivolge alle abitazioni vicine. Ossia a quelle di Vendola e D’Alema. Sembra curioso ma non è affatto strambo.
Il governatore aveva evitato finora di polemizzare con il suo predecessore e con l’ex premier: il primo autore di un’intervista, con Telenorba, molto aspra sulle politiche di Emiliano; il secondo anch’egli molto critico sull’andamento della Regione. Entrambi i personaggi si muovono - va detto - nello scenario turbolento delle imminenti elezioni politiche, in cui ciascuna forza politica tende a moltiplicare la propria proiezione esterna. Emiliano finora ha taciuto. Ieri non si è trattenuto e ha risposto. «Devo chiedere a D’Alema e Vendola - ha detto - di non utilizzare la Regione per impedirmi un ruolo di cerniera tra il Pd e il resto della Sinistra. Innanzitutto perché io non risponderò alle loro affettuose provocazioni. Ma soprattutto perché, in questo momento, sono più importanti i pontieri che i sabotatori e i genieri che utilizzano la dinamite».
La dichiarazione è chiara e forte, con tanto di accusa rivolta ad entrambi di essere «sabotatori». Emiliano vede in loro gli esponenti di quei partiti che si collocano a sinistra e sono indisponibili a dialogare con il Pd. Mentre il governatore ritiene che si supera la crisi del Pd inducendolo a ricostruire un largo «centrosinistra unito che vada dai centristi dell’Udc fino a Sinistra italiana». Emiliano si ritiene la persona idonea a ricostruire rapporti lacerati da anni di incomunicabilità politica. Per due ragioni: perché ha sempre propugnato un centrosinistra largo e perché potrebbe essere il traitd’union tra la Sinistra e Renzi, giacché egli è «certamente non compromesso con quello che viene comunemente definito il “renzismo”». Emiliano si propone. Si deve capire se il ruolo gli sarà concesso. A prima vista pare di no. Il vendoliano Mino Borraccino accende il semaforo rosso: «Alla proposta di Emiliano rispondiamo che ai pugliesi servono risposte ai problemi e non alchimie politiche». E pure il dalemiano Ernesto Abaterusso respinge la proposta. «Emiliano si candida a fare il pontiere? Mi domando se egli, alla luce di ciò che sta facendo in Puglia, sia la persona più indicata. Per riunire il centrosinistra c’è bisogno di una netta discontinuità programmatica, di metodo e di leadership». Il renziano Fabrizio Ferrante vede con scetticismo le profferte di Emiliano, storico avversario di Renzi: «Il Pd sarebbe più forte se il leader fosse sostenuto sempre da tutto il partito». I 5 Stelle pugliesi hanno un’altra visione: «Il Pd è frantumato e politicamente morto. E lo dimostrano, in Puglia, tutti i Consigli regionali e le commissioni rimandate per l’assenza del numero legale causato da una maggioranza che non sta più in piedi».