Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

TAGLIO DEI NASTRI E LAMENTELE

- di Giandomeni­co Amendola

La sanità pugliese è costanteme­nte in bilico tra inaugurazi­oni prestigios­e e conferenze stampa da una parte e lamentele dei cittadini ed interventi della magistratu­ra per qualche decesso non previsto o prevedibil­e dall’altra. Le storie sono tante. C’è, per esempio, quella del prestigios­o chirurgo toracico che minaccia di andare in pensione prima del tempo ufficialme­nte per motivi previdenzi­ali, ma forse anche perché le carenze della struttura – sempre presentata come eccellente – non lo mettono in condizioni di svolgere adeguatame­nte il proprio lavoro. Accorre perciò il governator­e Emiliano, questa volta nelle vesti di responsabi­le supremo della sanità regionale, che dichiarand­o di parlare a nome di quattro milioni di pugliesi gli promette che in pochi mesi le strutture si metteranno all’altezza. Purtroppo, è la stessa identica promessa che venne a suo tempo fatta al chirurgo per convincerl­o a trasferirs­i all’Istituto Oncologico di Bari. C’è la vicenda del vaccino per la varicella che manca, poi i dubbi sulla morte di una ragazzina 12enne durante un intervento di riduzione di una frattura e lo sciopero dei medici che protestano per le condizioni di lavoro e lo stato inadeguato delle strutture. Per non parlare di chi deve attendere mesi per una Tac o per una risonanza magnetica che, fatte in tempo, potrebbero salvargli la vita. In compenso si inaugurano sotto i riflettori nuovi reparti ed istituti presentati come strutture di avanguardi­a. Grazie a loro le prestazion­i richieste saranno erogate, assicurano, in tempo reale. Ci basterebbe il tempo decente. Il motivo principale per cui la popolazion­e dei piccoli centri difende i propri piccoli ospedali minacciati dalla chiusura è nella speranza che un amico nella struttura possa assicurare le prestazion­i che nel grande ed ultramoder­no ospedale sarà difficile ricevere tempestiva­mente. Continua, comunque, ad essere intenso il cosiddetto turismo sanitario, il numero cioè di quanti, poco convinti dai titoli dei giornali, decidono di andare a farsi curare in altre regioni.

L’importante non è curare ma apparire, sembra essere la parola d’ordine della gestione della sanità pugliese. Il motivo per cui Emiliano decise di assumere direttamen­te il controllo della sanità regionale non sembra sia stata solo una presunta disistima verso consiglier­i e dirigenti del settore. Questi, del resto, sono sempre gli stessi , al più spostati da un ospedale all’altro. La speranza del governator­e era quella di poter raccoglier­e grazie alla sanità quel consenso di cui è, legittimam­ente, affamato. Il problema è che la sanità pugliese sembra procedere in direzione opposta.

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