Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ipertermia maligna la commissione si mette al lavoro
Lo scorso 19 settembre nell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari una ragazzina di 12 anni operata per una frattura al femore morì per un caso di presunta ipertermia maligna: un fenomeno infiammatorio, improvviso e acuto, di origine genetica. In sostanza una reazione al gas anestetico. A distanza di circa un mese e mezzo, si è riunita la commissione interna dell’azienda ospedaliero universitaria Policlinico - Giovanni XXIII nominata per cercare di ricostruire i fatti. Ne fanno parte i medici Biagio Solarino (medico legale), Gaetano Petitti (della direzione), Francesco Bruno (anestesista). La commissione fu subito annunciata, ma non con la stessa solerzia istituita. La nomina dei commissari è arrivata solo dopo diverse settimane e precisamente lo scorso 3 novembre. Il primo giorno di lavoro è stato lo scorso 6 novembre. In un comunicato stampa della direzione sanitaria diffuso ieri si dà conto dei primi atti e si rende noto che «la commissione sta analizzando i fatti accaduti mediante l’ascolto di tutto il personale coinvolto nell’assistenza alla paziente durante il suo ricovero ospedaliero. Tale attività proseguirà fino a completamento dei colloqui con tutto il personale. La Commissione inoltre valuterà la cartella clinica relativa al ricovero non appena possibile». Per ora la cartella è nelle mani del magistrato Bruna Manganelli. Secondo indiscrezioni, e al di là degli accertamenti che toccano agli inquirenti, alcuni elementi interessanti starebbero emergendo. Nella cartella clinica saranno certamente indicate anche le modalità e le quantità di dandrolene somministrato alla ragazzina. Il dandrolene (foto) è il farmaco salvavita che si somministra nei casi di ipertermia maligna.