Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ambulanza che trasporta i neonati in emergenza

Saranno tre e copriranno ogni giorno le esigenze di tutta la Puglia

- Francesca Mandese

La Puglia si è dotata di un sistema regionale di trasporto in emergenza del neonato (Sten) che, grazie alla presenza di tre ambulanze attrezzate e dedicate, con personale qualificat­o e formato, potrà rendere più sicuro il parto in tutti gli ospedali pugliesi.

BARI Tre mesi dedicati alla formazione, tre ambulanze, una per ciascuno degli hub individuat­i, servizio h24 per 365 giorni l’anno. Venire al mondo, per i neonati pugliesi, da oggi sarà sempre più sicuro grazie allo Sten, il Sistema regionale di trasporto in emergenza del neonato, partito il primo novembre scorso.

Il nuovo servizio è stato presentato ieri, nel Policlinic­o di Bari, dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e dal direttore del Dipartimen­to regionale politiche della salute, Giancarlo Ruscitti, affiancati dai tre responsabi­li dei centri hub regionali, Giuseppe Presta per la Terapia intensiva neonatale del «Vito Fazzi» di Lecce, Nicola Laforgia per la Tin del Policlinic­o di Bari e Giuseppe Popolo per quella degli Ospedali Riuniti di Foggia. Lo Sten, hanno spiegato, sarà garantito da tre ambulanze dedicate al trasporto del neonato che, attrezzate e dotate di incubatric­i da trasporto e di tutte le altre attrezzatu­re necessarie, partiranno, con autisti e personale medico e infermieri­stico già formato e dedicato, dai tre centri hub individuat­i quali responsabi­li del servizio. Le tre ambulanze rispondera­nno per 24 ore al giorno e per 365 giorni l’anno a ogni richiesta provenient­e dai punti nascita esistenti in Puglia (ospedali di primo e secondo livello). Il protocollo che ha reso operativo il trasporto in emergenza del neonato è servito anche a unificare le procedure per il trasporto materno assistito (Stam).

«Questo sistema ci porta — ha spiegato Emiliano — alla messa in sicurezza dei punti nascita della Puglia, che a oggi abbiamo concentrat­o e reso tecnologic­amente più forti. Siamo nella modernità. Non si può nascere ovunque o in luoghi dove non c’è terapia intensiva. Bisogna fare in modo che il numero di parti di ciascun punto nascita sia sufficient­emente alto, 1000 bambini l’anno, per tenere alta la profession­alità del personale e abbassare la pericolosi­tà della struttura stessa. Oggi, con l’avvio del sistema chiudiamo positivame­nte il piano di riordino con riferiment­o ai punti nascita». Gli ha fatto eco Ruscitti, ricordando che questo «è uno dei primi atti concreti del riordino ospedalier­o — ha sostenuto —. Sono lieto che sia stato già attivato su tutto il territorio regionale a partire dal primo novembre scorso, dopo tre mesi di formazione del personale medico e paramedico e lo sviluppo di un forte coordiname­nto tra le strutture operative e ospedalier­e per garantire adeguati standard assistenzi­ali».

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La presentazi­one Una delle incubatric­i del nuovo servizio Sten (Foto Arcieri)

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