Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
In cella per la condanna a sua insaputa
Èandato in Questura per il rilascio del passaporto, ma al posto del documento gli hanno consegnato l’ordine di immediata carcerazione. Lui, Domenico Pace, imprenditore, ex titolare della società Nuove tecnologie meccaniche srl, solo allora, il 23 agosto, ha saputo di una condanna a cinque anni di reclusione emessa nei suoi confronti in appello per bancarotta fraudolenta dopo analoga decisione in primo grado.
Il fatto è che la condanna bis è diventata definitiva senza però che l’imputato abbia avuto la possibilità di impugnarla in Cassazione a causa di un errore di notifica. Tradotto dal burocratichese giudiziario: l’imprenditore non ne sapeva nulla. E così, il condannato a sua insaputa si è fatto 76 giorni di carcere. Fino a quando, tre giorni fa, è stata disposta la revoca del provvedimento. È stato però necessario tornare in aula per l’incidente di ese- cuzione, presentato dal suo avvocato Valentina Binetti e conclusosi con successo per la difesa. All’origine dell’errore c’è stato un errore di persona: la notifica della condanna bis è stata sbagliata perché trasmessa al vecchio legale che aveva assistito l’imputato in primo grado e aveva poi abbandonato l’incarico. Alla fine l’imprenditore è tornato quindi in libertà e avrà la possibilità di impugnare la sentenza.