Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il più giovane, il più anziano La sfida tra Grosso e Zeman

Domani in Bari-Pescara si sfidano l’allenatore più giovane e il più anziano della B Perrotta: «Non sembra, ma Fabio è un compagnone. Il boemo? Un uomo leale»

- di Pasquale Caputi

Il più giovane e il più esperto. L’uomo che nell’estate 2006 unì l’Italia e colui che ancora oggi la divide. Fabio Grosso e Zdenek Zeman. BariPescar­a, in programma domani al San Nicola, sarà anche la loro partita. Generazion­i opposte di allenatori, modi simili di vedere il calcio. Almeno a grandi linee, visto che l’obiettivo di entrambi è vincere convincend­o. Poi, nei dettagli, c’è un mondo di differenza. È la prima volta contro per il romano 40enne e il boemo 30 anni più grande. Ma le storie che intersecan­o le rispettive vicende sono potenzialm­ente infinite. Portano il nome di Totti e De Rossi, di Nesta e Perrotta. Tutti campioni con Grosso in azzurro, tutti guidati da Zeman nei club.«Non conosco Fabio per come allena – afferma Perrotta – ma so che ha fatto bene nella Juventus in Primavera e nel Bari sta riuscendo a fare lo stesso». Perrotta ha conosciuto Grosso in Nazionale, da Zeman è stato invece allenato per un breve periodo. Correva il 2012, il momento era delicato, la società aveva provato a cederlo, lui volle restare in gialloross­o, di fatto si trovava ai margini del club. «Ma mi sono sempre allenato con la squadra – prosegue – e a un certo punto, dopo una sconfitta, Zeman mi venne incontro e mi disse che dalla domenica successiva avrei fatto parte del gruppo. Apprezzai quel gesto, che andò quasi contro le direttive della società. Da lì in poi trovai il mio spazio e realizzai anche due gol». Un aneddoto che descrive bene il modo di essere del boemo, di cui, sul campo, si conoscono pregi e difetti: grande fase offensiva e sistema difensivo tutt’altro che granitico, voglia di imporre il gioco e scarsa propension­e al cambiament­o. «Grosso invece – dice Perrotta – è attento all’impronta ma gioca pure in funzione dell’avversario. L’allenatore è anche quello». Lo dimostra l’idea dei modi e non dei moduli, lo conferma questo primo spezzone di camspecial­e.

Simone Perrotta Con Grosso abbiamo vinto il mondiale Quando l’ha preso il Bari gli ho detto: è una piazza passionale Zeman è stato il mio tecnico alla Roma, poco prima che lasciassi il calcio Con un gesto mi fece capire chi era

pionato interpreta­to con personalit­à e piglio da allenatore navigato. «Quando ho saputo dell’ufficialit­à di Fabio al Bari – continua Perrotta, che in biancoross­o ha giocato dal 1999 al 2001 – gli ho mandato un messaggio per dirgli che arrivava in una piazza dove il calcio è vissuto in modo molto passionale. Il fatto che si sia imposto subito è sinonimo di una competenza grande e apprezzata dal gruppo». Sarà però anche un fatto di empatia, di un’umanità profonda e quasi «Fabio è ragazzo dai valori sani, metteva sempre il noi prima dell’io. C’è stata subito grande intesa tra noi, condividia­mo il significat­o della vita, della famiglia, della profession­e». Parole che descrivono più un amico che un ex collega. Amici che si sentono costanteme­nte, attraverso la famosa chat dei campioni del mondo, ma anche “de visu”. E quando capita, è come se ci si fosse rivisti il giorno prima. Perché Grosso è persona assai diversa da quella distaccata che traspare nei confronti pubblici a contorno delle partite. «Fabio è simpatico ed estroverso – conclude Perrotta – gli piace lo scherzo e già da giocatore era al centro di ogni discorso nello spogliatoi­o. Diversissi­mo da Zeman, che invece era introverso e riservato. Anche se le poche volte che parlava, si moriva dal ridere». Simili e distanti. L’esordiente e il veterano. Di certo domani, al San Nicola, non c’è uno che non si aspetti grande calcio.

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 ??  ?? Il guru del 4-3-3 Zdenek Zeman è tornato nello scorso campionato alla guida del Pescara
Il guru del 4-3-3 Zdenek Zeman è tornato nello scorso campionato alla guida del Pescara
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L’eroe di Berlino Fabio Grosso è alla sua prima stagione sulla panchina del Bari

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