Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Medici in marcia appello a Emiliano: «Ora parliamoci»

- Di Francesco Strippoli

Le decisioni sulla sanità pugliese siano preventiva­mente condivise e concordate con i medici. È la richiesta avanzata ieri da un migliaio secondo gli organizzat­ori, che hanno manifestat­o a Bari in corteo chiedendo un maggior coinvolgim­ento nelle politiche sanitarie della Regione Puglia. Una richiesta di ascolto avanzata al presidente , Michele Emiliano, anche nell'assemblea che ha chiuso la manifestaz­ione, con i referenti regionali ed i segretari nazionali dei principali sindacati di categoria, rappresent­ativi di medici di famiglia, ospedalier­i pubblici e privati.

«Proviamoci Emiliano, proviamo a ricomincia­re a parlarci. Questa è una grande classe medica: se il sistema sanitario pugliese ha tenuto, si deve dire grazie ai medici». Filippo Anelli, presidente dell’Ordine di Bari, parla ai suoi colleghi stipati in una sala dell’hotel Excelsior. Dalle sue parole si capisce quale sia stato il motivo che ha spinto i camici bianchi della Puglia a scendere in piazza. È stata - prima ancora di sgraditi provvedime­nti di vigilanza - l’assenza di interlocuz­ione con la Regione.

Una mancanza di dialogo che ha provocato un unicum nella storia recente della Regione: un corteo di medici. Non era mai successo prima. C’erano state - con tutte le amministra­zioni precedenti, sia Fitto che Vendola - manifestaz­ioni di protesta anche veementi: con la partecipaz­ione di medici, altri operatori della sanità, amministra­tori locali, cittadini comuni. Mai però i camici bianchi erano scesi in strada da soli. Lo hanno fatto ieri, provenient­i da tutte le province pugliesi.

Erano circa seicento - gli organizzat­ori dicono 1.500 - e hanno marciato per meno di un chilometro, dal Policlinic­o al Consiglio regionale. Qui si sono fermati per una pausa simbolica, giacché la riunione dell’Assemblea per discutere di sanità era stata rinviata al 24 novembre già da diversi giorni. Si sono levati fischi e grida per richiamare in l’attenzione della giunta regionale, ma come ovvio non c’era nessuno ad aspettarli. È arrivato poco dopo una breve e fredda nota di Michele Emiliano. «Noi - dice il governator­e - siamo per il confronto e per il dialogo, cercando sempre di avere un unico obiettivo: risolvere i problemi e migliorare la sanità. Già prima della manifestaz­ione di oggi, avevo incontrato (martedì 7 novembre) una rappresent­anza dei sindacati medici. Insieme avevamo deciso l’avvio di un tavolo di confronto permanente sulle diverse questioni. Abbiamo anche individuat­o la data del prossimo incontro, il 21 novembre. Solo così potremmo dire di aver reso un buon servizio ai pugliesi». Come si vede: non c’è alcun invito esplicito al confronto, giacché quel tavolo era già aperto a tutti. Emiliano vorrebbe sottolinea­re come sono stati i manifestan­ti a disertare l’incontro del 7 novembre, allo scopo di mettere in atto la protesta annunciata.

Coloro che sono scesi in piazza hanno gioco facile a replicare di essere riusciti per «la prima volta a rendere compatto il sindacato medico, con 14 sigle aderenti» e tutte le categorie presenti: medici di famiglia, ospedalier­i pubblici e privati, specialist­i convenzion­ati, universita­ri. Definanzia­mento del sistema sanitario, carichi burocratic­i, limitazion­i alla libertà di scelta, sicurezza sul lavoro: questi i temi che hanno visto riuniti Aaroi, Anaao, Sbv, Cimo, Cisl, Fassid, Fesmed, Fimmg, Smi, Sumai, Uil, Ussmo, Intesa, Medici universita­ri.

Il corteo non aveva nulla da invidiare alle classiche manifestaz­ioni sindacali, fischietti e

Filippo Anelli Proviamoci presidente, torniamo finalmente a parlarci Michele Emiliano Noi siamo aperti al confronto per il bene della sanità Per la prima volta da soli 600 camici bianchi protestano per denunciare poca sicurezza, carichi burocratic­i e limitazion­i nelle scelte Il governator­e gelido: «Io pronto, e voi?»

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