Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Note, decreti, costi e sanzioni: ogni prescrizio­ne un incubo»

Dino Del Vecchio, presidente all’Ordine della Bat

- F. Str.

Tutta la burocrazia che serve prima di prescriver­e un farmaco: la racconta Dino Del Vecchio, medico e presidente dell’Ordine della Bat.

Gli slogan A sinistra una parte dei medici che, sotto la pioggia, hanno marciato dall’ingresso del Policlinic­o fin sotto la sede del Consiglio regionale per denunciare le pessime condizioni in cui sono costretti a lavorare. Molti hanno issato cartelli e striscioni

BARI «Prima di prescriver­e un farmaco o un esame dice Dino Del Vecchio, medico di base e presidente dell’Ordine della Bat - ho una lista lunga così di cose da fare». Ma cosa deve fare esattament­e, dottore? «Innanzi tutto osservare la nota Aifa (agenzia del farmaco, ndr): stabilisce come limitare le prescrizio­ni. Per dire: prima di indicare un antiacido a chi accusa un mal di stomaco, devo sapere con precisione la malattia di cui soffre. Altrimenti nulla». Solo questo? «Macché. Poi ci sono da seguire i piani terapeutic­i, programmi indicati dagli specialist­i per taluni farmaci. E si deve pure osservare il decreto Lorenzin del gennaio scorso. Allora, per fare un esempio, posso chiedere una risonanza o una tac solo per sospetta neoplasia o discopatia». Qual è il problema? «Ho perso la mia autonomia di medico. Di fronte ad un paziente che mi espone un problema non posso rispondere in termini clinici e provare a curarlo: prima di tutto devo badare a difendermi». Addirittur­a difendersi? «Posso essere chiamato a rifondere il costo del farmaco prescritto in modo inappropri­ato. E poi sono passibile di sanzione: richiamo, diffida, sospension­e e la tanto spesso evocata revoca della convenzion­e con la Regione».

Però deve riconoscer­e che certi suoi colleghi sono, diciamo così, troppo disinvolti.

«Io gli sporcaccio­ni che lucrano sulle medicine che prescrivon­o non li difendo. Ma vorrei sapere perché la Regione mi nega la libertà di fare il medico».

Allude alle circolari emanate per contenere le prescrizio­ni?

«Esatto: pongono dei limiti per antiacidi, antibiotic­i e antinfiamm­atori. Questo perché noi pugliesi prescrivia­mo più dei medici di altre Regioni». Non è vero? «Verissimo. Ma, chiedo, perché non coinvolger­ci nelle decisioni? Perché non stabilire certe misure assieme a noi? Perché non far funzionare il Consiglio sanitario voluto da Emiliano e mai entrato in funzione? Quello sì sarebbe stato una camera di compensazi­one».

Non protestate solo per le ricette. Quali sono gli altri aspetti che vi stanno a cuore?

«La sicurezza è un tema molto vero e serio: non può essere trattato con sufficienz­a. Il rischio non si può annullare, questo è vero, ma si può ridurre: con sistemi di video-sorveglian­za o di allarme. Solo ora, dopo insistenze, la mia Asl sta facendo una ricognizio­ne dello stato dei luoghi dove si svolgono i servizi di guardia medica». Cosa si potrebbe fare? «Avevamo proposto una convenzion­e con un’azienda di vigilanza privata per un servizio “a chiamata”, per chiedere l’accompagna­mento della guardia giurata nelle visite domiciliar­i notturne. Cosa hanno risposto? Che è troppo costoso».

Dino Del Vecchio Di fronte al caso di un paziente prima di tutto devo badare a difendermi

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