Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Con San Martino è arrivato anche il Novello
E la Puglia è pronta a far festa con i weekend di «Cantine aperte»
«Nel giorno di San Martino il mosto diventa vino». La Puglia fa festa con le cantine aperte.
Il vecchio detto popolare di matrice contadina ricorda ancora oggi che «a San Martino il mosto diventa vino». Nulla da eccepire. Ci sono vini che a novembre hanno terminato la fermentazione e potrebbero esser pronti per il mercato. Certo, con tutto il carico di imperfezioni che solo il tempo può sanare e in assenza di una armonicità che prevede il bisogno di far passare i vini da una fase di affinamento.
Nonostante tutto, a San Martino la tradizione contadina si è fatta valore commerciale e da secoli si celebra il vino e si fa festa. Ma il novello italiano rispetta i crismi della produzione dei novelli francesi da cui ha preso spunto? «La tradizione nasce dal voler festeggiare il vino nuovo – spiega Francesco Muci, responsabile della guida Slow Wine di Puglia – ma il nostro, tranne che per alcuni casi, è ben lontano dall’idea di novello francese che, invece, rispetta materia prima e lavoro in cantina. Prendiamo il Beaujolais nouveau, il novello francese; nasce da una tradizione con regole precise, il vitigno innanzitutto, 100% Gamey, e le tecniche di produzione, ovvero la macerazione carbonica. In Italia, invece, la normativa prevede che un novello, per essere definito tale, sia solo per il 40% vino d’annata prodotto con macerazione carbonica e per il resto ci si può mettere dentro la qualunque». È la norma bellezza, verrebbe da esclamare. Ed è proprio l’assenza di un criterio normativo ad hoc a non tutelare la tradizione del novello. «Bisognerebbe parlare di vini nuovi e non di novello», chiosa Muci. Il costo di produzione di un novello al 100% è più alto di almeno il 20% rispetto ai metodi tradizionali di produzione, poiché bisogna utilizzare uve selezionate, sane e mature, serbatoi ad hoc, e il costo finale non è pensabile si aggiri neanche intorno ai 9 euro, figuriamoci quelli che costano meno.
Ci sono, però produttori che per passione continuano a farlo e hanno l’orgoglio di specificare in etichetta che il vino contenuto in quella bottiglia è prodotto al 100% con macerazione carbonica e con vino d’annata. Fino a dieci anni fa in Italia si producevano 17 milioni di bottiglie di vino novello. Secondo Coldiretti nel 2016 sono stati soltanto 2 i milioni di bottiglie immesse nel mercato. Un calo drastico che mette in discussione anche il senso commerciale di un vino che ha perso completamente appeal nei confronti del mercato.
Intanto, però, la Puglia è pronta a a far festa con le «Cantine Aperte» che rientrano nel progetto del Movimento Turismo del Vino (mtvpuglia.it) e con una tre giorni di eventi che dal 17 novembre coinvolgeranno il centro storico di Conversano (novellosottoilcastello.it).
Album Nelle foto, dall’alto: Francesco Muci responsabile guida Slow Wine di Puglia; la locandina dell’iniziativa Cantine aperte a San Martino; il vino novello spillato In Francia Il Beaujolais nouveau francese si produce attraverso macerazione carbonica Malcostume In Italia invece molti produttori pur di tagliare i costi non si fanno problemi