Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Carbone addio, Ilva dimenticata»
Il governo vuole la riconversione di Cerano, ma Emiliano attacca: «Prima il siderurgico»
«Senza la decarbonizzazione dell’Ilva non ha alcun senso la strategia energetica nazionale presentata dal governo». È quanto ha detto il presidente Michele Emiliano, intervenendo al forum internazionale sul cambiamento climatico, a Bonn. «Ilva di Taranto e la centrale Enel di Cerano rappresentano il 90 per cento della produzione a carbone italiana», ha ricordato Emiliano. (Nella foto Emiliano con Maria Neira, direttore del dipartimento internazionale Ambiente e Salute dell’Oms).
«Carbone addio», ha detto il governo lo scorso venerdì, quando ha presentato la «Strategia energetica nazionale» (Sen) che ha tra i principali obiettivi la fine della produzione elettrica a carbone entro il 2025.
Passano appena 24 ore e il governatore pugliese, Michele Emiliano, replica dal Forum internazionale «COP23» sul cambiamento climatico, a Bonn. «Sì, carbone addio, ma dappertutto non solo dalle centrali elettriche». Emiliano sa bene di cosa parla: «L’Ilva di Taranto e la centrale Enel di Cerano, a due passi da Brindisi, rappresentano il 90 per cento della produzione a carbone italiana. Ed è per questo – dice il governatore pugliese - che la Regione incalzerà senza sosta il governo nazionale per essere coerente tra ciò che dice e ciò che fa. Senza la decarbonizzazione dell’Ilva – avverte il presidente - la strategia energetica nazionale non ha alcun senso».
L’uscita dal carbone entro otto anni è uno dei traguardi della «Sen» presentata dal presidente del consiglio Paolo Gentiloni e dai ministri dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Tocca dunque al gas? Il ministro Calenda ha parlato del gas come «energia di transizione», sostenendo che «garantirsi forniture di gas in fonti diversificate è una priorità dell’Italia» da ottenersi sia attraverso «Tap, il gasdotto East Med e un altro corridoio del Sud». Replica ancora Emiliano: «Noi chiediamo che si cominci dall’Ilva, perché adesso devono essere realizzati i lavori di ristrutturazione della fabbrica e quindi la decarbonizzazione dello stabilimento avrebbe un senso anche economico, oltre che ambientale. Investire miliardi di euro nell’Ilva per farla funzionare a carbone è invece una follia anacronistica, contraddittoria rispetto a ciò che il governo dice di voler fare. Il nostro progetto di decarbonizzazione suscita l’attenzione del mondo scientifico internazionale e dei massimi esperti del settore».
Nel frattempo l’Ue ha avviato un’indagine per valutare se l’acquisizione di Ilva da parte di Acelor Mittal possa ridurre la concorrenza sul mercato, e – ricorda Emiliano - mantiene alta l’attenzione sulle emissioni Ilva, come sottolineato da Karmenu, commissario Ue all’ambiente. «La decarbonizzazione dell’Ilva è la migliore tecnica disponibile per la produzione dell’acciaio. La nostra legislazione impone l’utilizzo di tali tecniche, ovvero quelle che possono ridurre i fattori di emissione e quindi garantire migliori condizioni ambientali e della salute. Il processo di decarbonizzazione dell’Ilva di Taranto e della centrale Enel di Cerano è concreto e realizzabile, grazie all’arrivo in Puglia di enormi quantitativi di gas». Nulla ha invece detto Emiliano sul fatto che la Regione Puglia non abbia provveduto, come raccontato dal Corriere, alla Valutazione preventiva del danno sanitario per la centrale di Cerano.