Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Produzione e concorrenza
Avversità atmosferiche, vendemmia a -30%, ma la Puglia cresce. Attenti però Il pericolo c’è: viene dai «pirati»
La vendemmia 2017 in Puglia, una delle più complesse degli ultimi 20 anni, si è chiusa in profondo rosso per quantità, con circa -30% rispetto allo scorso anno. Ci ha visti affrontare la gelata primaverile, una prolungata siccità, alte temperature estive e tutto questo ha richiesto grande impegno in vigna per mitigare gli effetti di queste avversità e per salvaguardare una produzione lorda vendibile (plv) in sensibile calo. Ma ci ha premiati con uve perfettamente sane, dalle quali sono stati prodotti vini che risponderanno alle aspettative di un mercato, domestico e internazionale, che si dimostra sempre più attento alla produzione enologica regionale. Il percorso qualitativo della filiera vitivinicola pugliese è stato reso possibile dal mix di molti elementi positivi: grande vocazione territoriale, presenza di vitigni autoctoni eccezionali, solido e ipercontrollato sistema di tracciabilità ed etichettatura di origine, capacità imprenditoriali, grande investimento di risorse, private e pubbliche, che hanno permesso innovazioni di processo, di prodotto e nella promozione determinando quel salto di qualità oggi riconosciuto da stampa, opinion leader, ma soprattutto da chi il vino lo beve in giro per il mondo.
Quasi non fa più notizia leggere di vini che raggiungono i più alti punteggi nelle degustazioni internazionali, vederli premiati per le novità di packaging o per l’uso di chiusure alternative in biopolimeri a zero impronta di CO2 che derivano dai residui della canna da zucchero o tappi di vetro che aumentano la barriera contro le ossidazioni e preservano i profumi del vino.
Ma le sfide del futuro si chiamano sostenibilità e global warming. L’approccio sostenibile, in vigna e cantina, sarà sempre più al centro delle richieste del consumatore e degli obiettivi dei produttori, considerando la già rilevante produzione bio. Sulle bizze del clima, confermate da tutti gli scenari previsionali, oggi siamo ancora fortemente impreparati. Servono una migliore opportunità di difesa del reddito aziendale attraverso le coperture assicurative e risorse per una ricerca mirata: ulteriori indagini su cultivar e cloni più adattabili alle future condizioni, viticoltura di precisione con pratiche agronomiche mirate e soprattutto gestione ottimale