Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Novoli, martedì prossimo si accende la «Fòcara»

Nessun artista «firma» quest’anno l’evento, e per i concerti scelte quasi autarchich­e

- di Fabrizio Versienti

Sul palco Si esibiranno Giuliano Palma, Bobo Rondelli, Tonino Carotone e Edoardo Bennato

Gennaio, tempo di fuochi nelle campagne e nelle piazze dei paesi, segno di devozione e testimonia­nza di un’antica cultura contadina. Come ogni anno, a Novoli fervono i preparativ­i per l’accensione della Fòcara, il più grande falò d’Europa legato ai festeggiam­enti in onore del patrono del paese, sant’Antonio abate. Il 16 gennaio sarà acceso il colossale braciere e poi comincerà la festa, con spettacoli, danza (ci sarà il corpo di ballo della Notte della Taranta) e musica: saliranno sul palco, tra gli altri, Giuliano Palma, Tonino Carotone e Bobo Rondelli. La festa avrà poi una coda il giorno dopo, con altre esibizioni (Orchestra di Lecce, Antonio Amato Ensemble) concluse il 17 sera da Edoardo Bennato.

Tutto bene, allora? Sì e no. Perché, rispetto a quanto accadeva nel recente passato, l’edizione di quest’anno segna un deciso ridimensio­namento nelle ambizioni e anche nell’immagine della Fòcara, quasi una chiusura «autarchica». Negli ultimi dieci anni sia gli organizzat­ori, il Comune di Novoli e la Fondazione Fòcara, sia la Regione (quest’anno defilata), avevano sposato il progetto di fare della manifestaz­ione una sorta di «Taranta» d’inverno, un grande spot per il Salento e la tanto sospirata destagiona­lizzazione del turismo, puntando sull’eco mediatica e sull’afflusso di pubblico (mai sotto le 50 mila unità). Di qui l’idea di coinvolger­e il corpo di ballo della Taranta (rinnovata quest’anno), ma anche e soprattutt­o quella di puntare su nomi nazionali e internazio­nali di grande livello per la parte spettacola­re; ricordiamo in ordine sparso Bombino nel 2014, Asian Dub Foundation nel 2015, Capossela lo scorso anno, e tutta una serie di incontri, presentazi­oni e spettacoli con personaggi di grande interesse, da Nicola Lagioia a Pietrangel­o Buttafuoco, da Sgarbi a Kusturica. Soprattutt­o, la Fòcara affiancava alla sua anima tradiziona­le e a quella spettacola­re una sezione «arte contempora­nea» sempre molto interessan­te, che ha coinvolto in passato (anche nell’ideazione di splendidi manifesti) artisti come Ugo Nespolo, Mimmo Paladino, Jannis Kounellis, Hidetoshi Nagasawa, fino alla «troika» dello scorso anno, formata da Daniel Buren, H.H. Lim e Sislej Xhafa.

Quest’anno, complici evidenteme­nte minori risorse ma anche un appannamen­to progettual­e, si fa di meno. Scompare l’investimen­to sul Contempora­neo, che creava un interessan­te corto circuito con l’anima arcaica dell’evento, e al posto dell’arte si punta sulla fotografia: ospite quest’anno è infatti il fotografo siciliano Tony Gentile, un magnifico reporter appunto, ma non un artista capace di creare un’immagine per l’evento. Anche la parte musical-spettacola­re sem- bra in tono minore rispetto al passato. Evidenteme­nte, le polemiche e il pignoramen­to piombati sulla Fondazione lo scorso anno (80 mila euro per un debito risalente al 2015, relativo a un service utilizzato durante gli spettacoli), hanno consigliat­o prudenza. E’ vero, l’arte e il design non scompaiono del tutto, ma sono come «depotenzia­ti»: è prevista una mostra di dieci artisti nella pinacoteca comunale, mentre all’architetto Mino De Franco della società What Use è stato affidato il progetto grafico di un braciere e una fascina stilizzati che verranno utilizzati per l’accensione del falò. Certo, è molto. Ma eravamo abituati a qualcosa di più.

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Album Fuochi pirotecnic­i subito dopo l’accensione della Fòcara (foto sopra, scattata nel 2017). A destra in alto i preparativ­i della Fòcara di quest’anno, in basso la pira del 2012 con i «cavalli» di Mimmo Paladino

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