Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Arrestato «Topolino» Il capo di una baby gang che terrorizzava Corato
Gli agenti del commissariato lo accusano di tentata estorsione
Il suo soprannome è Topolino, proprio come il personaggio dei fumetti di Walt Disney. Ma pur avendo appena 19 anni era diventato il terrore dei ragazzini di Corato. E non solo. Per circa un anno Michele Patruno, a capo di un numeroso gruppo di giovanissimi, avrebbe prima insultato e poi minacciato in particolare altri adolescenti, facendosi consegnare oggetti preziosi o denaro. I ragazzi terribili però, secondo alcune testimonianze, in alcune circostanze non si sarebbero fermati nemmeno di fronte alla presenza di adulti, spadroneggiando per le vie della città. Una vera e propria gang, formata da una ventina di persone fra le quali ci sarebbero anche alcuni pregiudicati, che ha portato nelle scorse ore gli agenti del commissariato ad arrestare il 19enne con la pesante accusa di estorsione.
La presenza di una banda di ragazzi che terrorizzava i giovani in città era stata segnalata, nello scorso mese di ottobre, persino in consiglio comunale. A lanciare l’allarme era stata la consigliera del Partito Democratico Rosalba Marcone. Una denuncia alla quale erano arrivate conferme anche attraverso i social network. Secondo quanto ricostruito, anche grazie a segnalazioni riportate dalle vittime, «Topolino», pur essendo sottoposto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, non si preoccupava di scorazzare soprattutto per le vie del centro della città a capo della sua banda, diventata ogni giorno più numerosa. La gang entrava in azione nel tardo pomeriggio o di sera nel borgo antico, nelle piazze o in altri luoghi di ritrovo dei giovani. Patruno e i suoi, come raccontato da parecchi testimoni in via confidenziale a carabinieri e polizia, non avrebbero esitato a minacciare o ad offendere anche pesantemente le vittime individuate pur di ottenere il loro scopo. In un caso un ragazzo sarebbe stato circondato e picchiato e solo una telefonata ai genitori avrebbe evitato conseguenze ancor peggiori.
I fatti più gravi risalirebbero in particolare alla primavera e all’estate del 2017. Gli episodi in realtà sarebbero molto più numerosi, ma le forze dell’ordine ne contestano due in particolare al capobanda. Il primo episodio, denunciato ai carabinieri, risalirebbe al maggio 2017, quando Patruno avrebbe costretto un ragazzo a consegnargli oggetti preziosi sottratti alla nonna. Dietro forti minacce, il ragazzo avrebbe consegnato a Patruno una fascetta, un collier, due anelli, un orecchino e una collana. Tutti gioielli in oro che il 19enne avrebbe poi venduto a più negozi di oro usato. In questo caso i monili sono stati recuperati dai militari dell’Arma in seguito alla denuncia della vittima. I poliziotti, invece, hanno accertato una tentata estorsione, risalente a giugno 2017. In quella circostanza Patruno avrebbe costretto un ragazzo a mostrargli quanto denaro avesse nel portafoglio. Non avendo trovato soldi, la vittima fu costretta a subire insulti e minacce e rischiò di essere picchiata.
Michele Patruno, dopo l’arresto, è stato portato nel carcere di Trani. Gli investigatori però stanno continuando l’attività di indagine per cercare di ricostruire con maggior precisione altri episodi e soprattutto individuare gli altri componenti della gang ed evitare che gli episodi di bullismo o, peggio, le estorsioni, possano continuare. La speranza è che dopo questo arresto possano arrivare altre testimonianze, in grado di consentire l’adozione di altri provvedimenti e di mettere così per sempre la parola fine a questa brutta vicenda.
La banda Un 19enne guida una banda di ragazzi «terribili» Nell’estate 2017 Due gli episodi a lui contestati, risalenti a maggio e giugno scorsi