Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Uomo d’affari poliedrico: fotovoltaico, edilizia e calcio
Dal fotovoltaico all’edilizia fino al business del San Nicola
Quando Giancaspro acquisì il 5% delle quote del Bari, consentendo all’allora presidente Gianluca Paparesta di alleggerire la situazione delle casse, in pochi pensavano che le cose sarebbero andate come poi si sono evolute. In pochi ritenevano che sarebbe diventato punto di riferimento di una delle piazze calcistiche più importanti del sud Italia.
A dicembre del 2015, quando Cosmo Antonio Giancaspro acquisì il 5% delle quote del Bari, consentendo all’allora presidente Gianluca Paparesta di pagare una tranche degli stipendi ai dipendenti, in pochi pensavano che le cose sarebbero andate come poi in effetti sono andate. In pochi, insomma, ritenevano che l’imprenditore di Molfetta, di lì a sei mesi, sarebbe diventato punto di riferimento di una delle piazze calcistiche più importanti del sud Italia. Di certo Giancaspro, businessman poliedrico, con interessi nel fotovoltaico e nell’edilizia, nella ristorazione e nell’informatica, ci aveva creduto sin dal primo momento.
Diventato presidente, la traccia sembrò subito chiara. Strategia orientata alla razionalizzazione, taglio di costi e personale. Via lo staff legato a Paparesta, dentro un gruppo nuovo di zecca, o quasi. Gianluca Trisolini, per esempio, «reduce» e responsabile marketing e commerciale, avrebbe presto chiuso la relazione professionale con lui. E mesi dopo l’avrebbe pure citato in giudizio (in ballo competenze retributive e indennitarie).
Le aule del tribunale diventarono luoghi di controversia con fornitori grandi e piccoli, cartine al tornasole di un rapporto non propriamente pacifico. La ditta De Grecis, che curava il San Nicola e l’antistadio ai tempi di Paparesta, l’ha pure formalizzato con un decreto ingiuntivo dal Bari ritenuto improcedibile. Alla base della rottura ci fu un pagamento effettuato a singhiozzo e una lettera di risoluzione unilaterale del contratto da parte di Giancaspro.
Ancor più pesante è la diatriba con Infront, con la quale la risoluzione unilaterale del contratto risale ad agosto del 2016. Da una parte l’advisor, che vantava diritti da rivendere sul mercato pubblicitario (circa 3 milioni di euro, più uno di eventuali danni di immagine). Dall’altra il Bari che sostiene di essere creditore di due milioni e mezzo di euro, contestando validità degli accordi, conteggi e valutazioni sviluppate dai contratti. Altri contenziosi ci furono con la società di merchandising Globalicensing e con quella aerea Balkan Express, mentre assai diversa è la faccenda Ciccarelli, legata al custode dello stadio San Nicola, licenziato e sfrattato dall’abitazione all’interno dell’astronave di Renzo Piano. Querelle poi risolta con una transazione. Niente a che vedere, a ogni modo, con le perquisizioni delle ultime ore e dell’indagine che tocca Giancaspro. E niente a che vedere nemmeno con un precedente penale per fatti risalenti al 2002. Il reato ipotizzato fu di truffa per la presunta costituzione di tre società finanziarie fittizie. Inizialmente fu condannato a otto mesi di reclusione ma gli sviluppi successivi dell’inchiesta avrebbero portato all’assoluzione.
Tutto questo mentre la vicenda stadio si arricchisce di tappe sempre nuove. Oggi è in programma un incontro con Andrea Abodi, presidente dell’Istituto per il credito sportivo, per la definizione del concept. Poi toccherà alla presentazione definitiva del piano di fattibilità. Un’altra storia, con capitoli ancora da scrivere.