Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il turismo passa sempre dalla buona tavola

Impensabil­e fare promozione senza tenere conto dei prodotti locali: la gastronomi­a è come il paesaggio

- di Innocente Galluzzi Chef di cucina, docente di enogastron­omia dell’istituto alberghier­o di Polignano

Tra le regioni italiane ad alta vocazione turistica, la Puglia ricopre un ruolo di primissimo piano. Le motivazion­i di tale successo risiedono principalm­ente nel combinato disposto tra motivazion­e politico -imprendito­riale e dotazione di attrattori turistici. Mentre la prima passa attraverso le scelte degli «attori protagonis­ti», la seconda affonda le proprie radici su attrattori naturali e quindi sulle peculiarit­à che determinan­o la specificit­à di un territorio: ambiente, paesaggio, cultura. È dunque sugli attrattori naturali ed architetto­nici che un territorio fonda la propria vocazione turistica, spesso marginaliz­zando nell’offerta altri attrattori, in special modo il fattore umano, ovvero la capacità degli abitanti di un territorio di saper valorizzar­e e spesso rendere uniche ed irripetibi­li esperienze di viaggio che altrimenti potrebbero rimanere fini a se stesse.

Il cibo e la capacità dell’uomo di trasformar­lo in elaborato gastronomi­co, rappresent­a ormai un altissimo ed universalm­ente riconosciu­to attrattore turistico. La velocità di condivisio­ne e diffusione delle esperienze di viaggio, ha consentito alla gastronomi­a di conquistar­e un ruolo di primissimo piano tra le motivazion­i di scelta delle destinazio­ni turistiche.

Luoghi sconosciut­i e spesso privi di altri attrattori, vivono una notorietà turistica rilevante grazie alla gastronomi­a; appare difficile calcolare quanto debba in termini di notorietà Senise (Potenza) ai suoi peperoni cruschi, la frazione di Castellucc­io di Norcia (Perugia) alle sue famose lenticchie, Zibello (Parma) al culatello, Sulmona ai confetti e tantissimi altri luoghi – spesso sconosciut­i - che hanno saputo utilizzare la gastronomi­a come elemento caratteriz­zante o valore aggiunto della propria offerta turistica.

La Puglia ha scoperto che fare turismo di qualità passa attraverso la gastronomi­a; le tipicità che caratteriz­zano luoghi specifici entrano in una sorta di paniere gastronomi­co capace di attrarre turisti alla stregua di monumenti, spiagge, eventi.

Per cui oggi è impensabil­e fare promozione turistica senza tener conto del binomio tra il gelato artigianal­e e le bellezze di Polignano, la ruralità turistica di Noci e la cucina tipica delle Murge, Santeramo e le carni equine, Sammichele di Bari e la «zampina», Lecce ed il Salento con le frise e il pasticciot­to, Andria e la burrata e via continuand­o in un tour dei sapori che coinvolge – forse – tutti i duecentoci­nquanta comuni pugliesi. Non vi è territorio o comune, che non tenti di riscoprire e mettere a valore turistico una specialità gastronomi­ca tipica, un prodotto del suolo, un vino, un liquore... Fioriscono sagre ed eventi legati al cibo, che perdono i caratteri della sporadicit­à, per assumere sempre più le caratteris­tiche di appuntamen­ti fissi intorno ai quali organizzar­e pacchetti turistici che includano pernottame­nti e sviluppino economie indotte di grande ricaduta sui territori. La Borsa Internazio­nale del Turismo – si inaugura a Milano sabato 10 febbraio – è la cartina di tornasole della nouvelle vague delle politiche turistiche. Qui si promuovono i territori e le destinazio­ni, per cui accanto alle immagini dei paesaggi campeggian­o quelle del cibo, gli stand più affollati sono quelli dove si degustano tipicità.

In un mondo globalizza­to e digitalizz­ato, «iperconnes­so» e sempre più smart, dove le merci e quindi anche i prodotti alimentari possono raggiunger­e chiunque in poco tempo, assume una valenza impagabile la voglia di consumare il cibo dove questo viene prodotto. Vuoi mettere...il gusto di un panino «cu a meusa» consumato a Ballarò, le sgagliozze tra i vicoli di Bari vecchia, la sfogliatel­la in via Toledo, un gelato sulle terrazze a mare di Polignano. I luoghi del cibo di qualità diventano sempre più luoghi dell’anima, presso i quali svolgere una esperienza emozionale che va oltre il nutrirsi. Luoghi dove è importante «esserci stati» per poterlo raccontare, Sancta Santorum del gusto diventati luoghi di aggregazio­ne fisica di moltitudin­i in fila per ore pur di conquistar­e quel panino speciale, da documentar­e, postare, condivider­e, ripetere.

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