Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il papà di Zaray fonda un’associazione «Così eviteremo morti come la sua»
A fondarla sarà il padre e farà conoscere il male che l’ha uccisa
Un’associazione intitolata a Zaray, da costituire a Bari, «che porti a conoscenza di quante più persone possibili l’ipertermia maligna». A fondarla sarà Massimo Coratella, il papà della bimba morta il 19 settembre scorso all’ospedaletto di Bari e sul cui caso sta indagando la Procura. «Voglio fare in modo che non si ripetano più casi come quello di mia figlia».
Un’associazione per non BARI rendere inutile la morte di Zaray. Massimo Coratella, papà della dodicenne scomparsa lo scorso 19 settembre nell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari, dove era stata ricoverata per la riduzione di una frattura, non vuole arrendersi al dolore lancinante che non lo abbandona più da quel giorno. In qualche modo vuole dare un senso alla perdita della sua bambina, portata via dalla ipertermia maligna scatenata dall’anestesia e, probabilmente, da una serie di circostanze poco chiare.
La sua amarezza nelle ultime settimane è stata accresciuta dalle indiscrezioni sui contenuti della relazione sull’indagine interna disposta dall’azienda sanitaria. Particolari, raccontati dal Corriere, che sono finiti anche sotto la lente d’ingrandimento della magistratura che ha acquisito gli atti. Forse il farmaco che avrebbe potuto salvare Zaray (il dantrolene) era scaduto. Probabilmente l’esatta diagnosi formulata da una specializzanda non è stata presa subito in considerazione. Di sicuro, o quasi, si è intervenuti in ritardo e alcune attrezzature mediche sarebbero state fuori uso. Massimo Coratella, così, ha deciso di trasformare i sentimenti negativi in qualcosa di costruttivo. Di incanalare rabbia e dolore in una missione di speranza. «Ormai – racconta il commercialista nel soggiorno del suo appartamento in cui ogni angolo racconta di Zaray - questo è diventato lo scopo più grande della mia vita. Io e mia moglie abbiamo pensato di costituire un’associazione che possa portare a conoscenza di quante più persone possibili l’ipertermia maligna. Una malattia genetica che alla gente comune è completamente sconosciuta e che può venir fuori solo dopo una anestesia gassosa. Pur essendo molto rara tutti potremmo esserne affetti - continua - e non saperlo, come non lo sapevamo per Zaray, che è arrivata dalla Colombia solo all’età di sei anni e della quale perciò non conoscevamo la storia clinica. Io per primo se dovessi sottopormi a un intervento mi farei fare un esame che dura venti minuti e credo non sia nemmeno molto costoso (si tratta del controllo del valore della creatinchinasi, ndr) per scoprire
Massimo Coratella Voglio che tutti sappiano che non ci vuole molto per salvare una vita
se ne sono affetto. Voglio che tutti possano sapere che può bastare veramente poco per salvare una vita. In Italia credo ci siano solo tre, quattro centri che procedano automaticamente a sottoporre i pazienti che devono essere operati a questo esame. Perché non estenderlo ovunque?».
L’associazione, che porterà ovviamente il nome di Zaray, non è ancora nata perché Massimo Coratella vuole fare le cose per bene. «La sede sarà di sicuro a Bari ma vorrei che diventasse una associazione con un respiro nazionale. Non l’abbiamo ancora costituita perché ci occorre ancora capire per bene alcuni aspetti. Ma ci stiamo portando avanti con il lavoro. Mi piacerebbe coinvolgere anche personalità importanti, pugliesi e non, perché la cosa va fatta per raggiungere risultati concreti. Vorrei insomma conclude con un filo di voce poter contribuire a salvare delle vite».
Dal punto di vista giudiziario, intanto, non emergono ancora novità. La settimana prossima dovrebbero essere resi noti i risultati dell’autopsia disposta dalla pm Bruna Manganelli pochi giorni dopo la scomparsa di Zaray e alcuni dubbi potrebbero trasformarsi in certezze. Per sapere invece se, oltre ai primi due medici, ci sono altri indagati o se la Procura chiederà una proroga delle indagini bisognerà aspettare almeno un mese. La sensazione è che possano esserci novità importanti ma da via Nazariantz non trapela nulla e anche ai legali della famiglia è stato chiesto di mantenere un profilo basso in questa fase.