Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’ECONOMIA CHIAMA I POLITICI SI SVEGLINO

- di Silvio Suppa

È di un paio di giorni fa la bella notizia di un incontro ufficiale fra sindacati e imprendito­ri di Puglia: al centro del loro dibattito, il rilancio produttivo dell’intera regione e la sensibiliz­zazione delle istituzion­i politiche locali a questo scopo un po’ perso di vista. Che cosa è accaduto finora? È accaduto che la lunga crisi, forse terminata, ha comunque alimentato uno spirito, se non di rassegnazi­one, almeno di inerzia economica, magari assumendo i settori di indubbia eccellenza della nostra regione, a compenso di un rilevato arretramen­to. E nella logica dei numeri, persino l’incremento turistico – sul quale bisognereb­be discutere a lungo, e non per timore di erroneo computo – era diventato una sorpresa brillante nella somma algebrica di guadagni e perdite sociali, fino ai posti di lavoro andati in fumo. Ma la crisi non poteva e non può essere una giustifica­zione, sia perché la congiuntur­a è cambiata, sia perché con una svolta di grande rilievo, la società civile propriamen­te detta – lavori e imprese – ha suonato alla porta della politica ufficiale e ha dato la sveglia al potere, da mesi ridotto a giochi tecnici o a proclami inerti. Oggi è finito il tempo degli indugi, perché non si può attendere il voto nazionale per accorgersi che esistiamo, e soprattutt­o perché lo sviluppo non nasce solo nelle officine e nelle fabbriche, come all’inizio dell’Ottocento. La domanda sociale di impiego è grande e motivata, e l’espatrio dei nostri giovani ci rammenta le competenze acquisite da diplomati e laureati. Di conseguenz­a, la ripresa economica non può dipendere solo dalla volontà degli operatori, mai così pronunciat­a; esistono le condizioni perché il ritardo della politica regionale – da molti lamentato – si trasformi nel suo contrario; il vero rilancio può nascere solamente da un piano agile e generale, cominciand­o dai settori già attivi e incentivan­do quelli in ritardo. Infine, dobbiamo attendere l’esito del voto di marzo, e il volto dell’interlocut­ore nazionale, al quale presentare fin da subito idee chiare e priorità di intervento, a partire da trasporti e welfare. E se va corretto l’assetto di qualche impresa pubblica, i sindacati e la Confindust­ria pugliesi ci suggerisco­no di sfoltire i gruppi dirigenti con troppe cariche e con scarsi risultati. In una sola frase, se il mondo dell’attività economica chiama, la regione Puglia non può non rispondere. Nell’immediato e sulla strada del rinnovo non lontano.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy