Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Piarulli: «Il caso rimborsi? I 5 Stelle sapranno reagire»
«N on ci sono violazioni di legge». I parlamentari M5S che non hanno versato parte del loro stipendio sono venuti meno ad un impegno morale, non giuridico. «Tuttavia - dice la candidata Bruna Piarulli, direttrice del carcere di Trani - il Movimento è sano, ha saputo reagire».
Una quindicina di parlamentari additati per non aver adempiuto all’impegno di versare parte del loro stipendio; i consiglieri regionali pugliesi in ritardo con i loro versamenti; un vortice di polemiche sui 5 Stelle. Ma lei, Bruna Piarulli, neofita della politica e candidata con il M5S non si scompone: «Non siamo di fronte alla violazione di un obbligo giuridico e soprattutto il movimento ha saputo reagire». Candidata nel collegio uninominale del Senato Puglia 2 (Altamura), Piarulli ha 49 anni ed direttrice del carcere di Trani.
Presentando la sua candidatura, qualche giorno fa, lei ne sottolineava la “spinta etica”. Cosa vuol dire?
«Ho maturato 20 anni di attività in campo gestionale, amministrativo e contabile. Penso di poter mettere a disposizione della collettività tutte le competenze che ho accumulato. Le motivazioni etiche che sono alla base della mia candidatura trovano fondamento nel principio di legalità. Ossia: applicazione delle norme in modo preciso e puntuale, nel rispetto delle persone e del soddisfacimento dei diritti». Le sue motivazioni sono state intaccate dalle notizie sui parlamentari M5S che non hanno versato la quota della loro busta paga?
«Assolutamente no. Ho vissuto gli ultimi tempi dei miei studi in Giurisprudenza in un clima particolare. Erano gli anni di Tangentopoli e dei pm di Milano; delle stragi di mafia e del sacrificio di Falcone e Borsellino. Ho coltivato dentro di me un impulso al cambiamento, ispirata a quelle figure. Un impulso che si fonda sui principi di correttezza, trasparenza, legalità».
Come giudica i fatti di oggi, la cosiddetta Rimborsopoli?
«Ho l’impressione che si voglia deviare l’attenzione dai problemi che attanagliano l’Italia. Le cui cause, è bene precisarlo, non sono imputabili ai 5 Stelle che non sono mai stati al governo. Ma c’è un altro punto». Qual è?
«Qui si parla di mancato versamento delle promesse donazioni, cioè di impegni legati a norme di carattere morale e non giuridico. In ogni caso: la responsabilità è da attribuire ai singoli, non certo al movimento che fin qui ha confermato i propri ideali. I suoi parlamentari, peraltro, hanno restituito finora 23 milioni. Non mi sembra che nel campo politico ci sia un’azione paragonabile a questa».
Ma le “restituzioni” trattenute in tasca non sono tradimento delle regole morali? «Quando sarà appurata, emergerà la responsabilità dei singoli e non di tutti i 5 Stelle. Nelle grandi organizzazioni non sempre tutti marciano all’unisono nella stessa direzione. Il M5S, tuttavia, ha dettato nuove regole, ha inflitto sanzioni appropriate e ha fatto in modo che gli episodi accertati non restassero impuniti».
Lei è pronta, in caso di elezione, a ridursi lo stipendio e nel caso guadagnare meno di oggi?
«Assolutamente sì! Sono abituata a rispettare le regole di condotta. Sempre. Ho offerto le mie capacità a seconda delle circostanze. Per esempio esercito, quando occorre, la funzione di avvocata per conto dell’amministrazione penitenziaria: senza compenso. Solo per migliorarmi un po’».
Quali sono i punti del programma che le stanno più a cuore?
«Due su tutte. La prima è la semplificazione. Ci sono 400 leggi inutili da eliminare ed è importante rendere comprensibili i testi di leggi: le norme vengono eluse più facilmente quando sono oscure. In secondo luogo: sicurezza. Occorre il turn over di chi lascia il lavoro e la dotazione di tecnologie all’avanguardia. Così si combatte il crimine».
I mancati versamenti riguardano un aspetto morale Altra cosa, invece, è violare gli obblighi giuridici