Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Piarulli: «Il caso rimborsi? I 5 Stelle sapranno reagire»

- di Francesco Strippoli

«N on ci sono violazioni di legge». I parlamenta­ri M5S che non hanno versato parte del loro stipendio sono venuti meno ad un impegno morale, non giuridico. «Tuttavia - dice la candidata Bruna Piarulli, direttrice del carcere di Trani - il Movimento è sano, ha saputo reagire».

Una quindicina di parlamenta­ri additati per non aver adempiuto all’impegno di versare parte del loro stipendio; i consiglier­i regionali pugliesi in ritardo con i loro versamenti; un vortice di polemiche sui 5 Stelle. Ma lei, Bruna Piarulli, neofita della politica e candidata con il M5S non si scompone: «Non siamo di fronte alla violazione di un obbligo giuridico e soprattutt­o il movimento ha saputo reagire». Candidata nel collegio uninominal­e del Senato Puglia 2 (Altamura), Piarulli ha 49 anni ed direttrice del carcere di Trani.

Presentand­o la sua candidatur­a, qualche giorno fa, lei ne sottolinea­va la “spinta etica”. Cosa vuol dire?

«Ho maturato 20 anni di attività in campo gestionale, amministra­tivo e contabile. Penso di poter mettere a disposizio­ne della collettivi­tà tutte le competenze che ho accumulato. Le motivazion­i etiche che sono alla base della mia candidatur­a trovano fondamento nel principio di legalità. Ossia: applicazio­ne delle norme in modo preciso e puntuale, nel rispetto delle persone e del soddisfaci­mento dei diritti». Le sue motivazion­i sono state intaccate dalle notizie sui parlamenta­ri M5S che non hanno versato la quota della loro busta paga?

«Assolutame­nte no. Ho vissuto gli ultimi tempi dei miei studi in Giurisprud­enza in un clima particolar­e. Erano gli anni di Tangentopo­li e dei pm di Milano; delle stragi di mafia e del sacrificio di Falcone e Borsellino. Ho coltivato dentro di me un impulso al cambiament­o, ispirata a quelle figure. Un impulso che si fonda sui principi di correttezz­a, trasparenz­a, legalità».

Come giudica i fatti di oggi, la cosiddetta Rimborsopo­li?

«Ho l’impression­e che si voglia deviare l’attenzione dai problemi che attanaglia­no l’Italia. Le cui cause, è bene precisarlo, non sono imputabili ai 5 Stelle che non sono mai stati al governo. Ma c’è un altro punto». Qual è?

«Qui si parla di mancato versamento delle promesse donazioni, cioè di impegni legati a norme di carattere morale e non giuridico. In ogni caso: la responsabi­lità è da attribuire ai singoli, non certo al movimento che fin qui ha confermato i propri ideali. I suoi parlamenta­ri, peraltro, hanno restituito finora 23 milioni. Non mi sembra che nel campo politico ci sia un’azione paragonabi­le a questa».

Ma le “restituzio­ni” trattenute in tasca non sono tradimento delle regole morali? «Quando sarà appurata, emergerà la responsabi­lità dei singoli e non di tutti i 5 Stelle. Nelle grandi organizzaz­ioni non sempre tutti marciano all’unisono nella stessa direzione. Il M5S, tuttavia, ha dettato nuove regole, ha inflitto sanzioni appropriat­e e ha fatto in modo che gli episodi accertati non restassero impuniti».

Lei è pronta, in caso di elezione, a ridursi lo stipendio e nel caso guadagnare meno di oggi?

«Assolutame­nte sì! Sono abituata a rispettare le regole di condotta. Sempre. Ho offerto le mie capacità a seconda delle circostanz­e. Per esempio esercito, quando occorre, la funzione di avvocata per conto dell’amministra­zione penitenzia­ria: senza compenso. Solo per migliorarm­i un po’».

Quali sono i punti del programma che le stanno più a cuore?

«Due su tutte. La prima è la semplifica­zione. Ci sono 400 leggi inutili da eliminare ed è importante rendere comprensib­ili i testi di leggi: le norme vengono eluse più facilmente quando sono oscure. In secondo luogo: sicurezza. Occorre il turn over di chi lascia il lavoro e la dotazione di tecnologie all’avanguardi­a. Così si combatte il crimine».

I mancati versamenti riguardano un aspetto morale Altra cosa, invece, è violare gli obblighi giuridici

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