Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Furia assassina su Federica E Noemi fu sepolta viva
FEMMINICIDI DA TROIA A SPECCHIA Agghiacciante il riscontro dell’autopsia: la ragazzina è stata sepolta viva
Femminicidio ieri a Troia, nel Foggiano. Noemi Surini, 16enne, uccisa a Specchia, a settembre sarebbe stata sepolta mentre era ancora viva.
Da una parte Noemi, 16 anni, forse sepolta viva mentre ancora chiedeva aiuto, dall’altra Federica, 40 anni, insegnante di scuola materna accoltellata e uccisa in casa ieri mattina dal marito. Mentre i figli minori erano in un’altra stanza. Una furia omicida scatenata, in entrambi i casi, dalla gelosia dei loro compagni.
È la Puglia, ancora una volta, a raccontare i dettagli raccapriccianti su due delitti: Noemi Durini è stata ammazzata a Specchia lo scorso mese di settembre: picchiata, accoltellata alla nuca e poi sepolta sotto un cumulo di pietre. Ieri è emersa una verità choc: i risultati dell’autopsia rivelerebbero che la ragazzina potrebbe essere stata sepolta mentre era ancora in vita. L’esame avrebbe confermato che la giovane non è morta subito dopo la coltellata inferta alla nuca.
La sera stessa della sua scomparsa, il 3 settembre scorso, Noemi è stata picchiata, accoltellata alla nuca e poi sepolta sotto un cumulo di pietre. Dieci giorni dopo il suo ex fidanzato, 17 anni, si auto accusò dell’omicidio. Una versione che poi ha ritrattato il mese scorso accusando dell’omicidio un meccanico di Salve. Ieri mattina il sostituto procuratore del tribunale per i Minorenni, Anna Carbonara, ha conferito l’incarico per eseguire esami tecnici non ripetibili per la ricerca di tracce biologiche sui reperti sequestrati, sui telefoni cellulari e sul materiale informatico in possesso degli investigatori.
La 40enne Federica Ventura è stata assassinata ieri a Troia. Ad accoltellarla più volte è stato il marito 47enne Ferdinando Carella, muratore. Per i carabinieri che indagano sull’accaduto il movente è la gelosia. Dopo aver colpito la moglie, l’uomo ha tentato di togliersi la vita colpendosi con lo stesso coltello al petto. Le sue condizioni sono gravi perché - a quanto sembra - la lama del coltello ha toccato il cuore. Attualmente l’uomo, dichiarato in arresto per omicidio volontario aggravato, è piantonato in ospedale.
La ricostruzione dei fatti racconta che i due coniugi stavano litigando violentemente. I figli sono stati svegliati dalle loro urla e impauriti intorno alle 3.30 sono andati dalla vicina per chiedere aiuto. Quest’ultima ha dato l’allarme ai carabinieri. Quando i militari sono arrivati insieme ad un’ambulanza del 118 hanno trovato la donna già morta mentre l’uomo era in condizioni gravissime: aveva il coltello piantato nello sterno.Gli investigatori hanno sentito parenti e amici per avere un quadro più preciso della situazione familiare: pare che in passato non ci siano mai state denunce di Federica. Non c’erano insomma segnali evidenti di crisi tra i due coniugi. «Sono circostanze che stiamo cercando di appurare - spiegano i carabinieri del comando provinciale di Foggia - stiamo sentendo tutte le persone che conoscevano i coniugi».
Intanto i docenti e il personale tecnico e amministrativo del dipartimento di Lettere dell’università di Foggia dove Federica aveva studiato hanno affidato alle professoressa Antonella Cagnolati una lettera aperta per ricordare la 40enne uccisa. «Ricordo molto bene Federica. La rivedo entrare nella mia stanza, in via Arpi, e discutere con me le correzioni da apportare alla sua tesi di laurea. La notizia della sua morte piomba nella nostra vita (in quella dell’intero Dipartimento) come un fulmine. Mai il femminicidio aveva sfiorato così da vicino la mia vita e la nostra vita. Di Federica mi avevano sempre colpito i suoi occhi tristi, velati, al punto che avevo intuito abissi di infelicità. Mi raccontava le sue aspirazioni: lo studio che aveva ripreso da adulta, il desiderio di lavorare come educatrice, l’amore per i suoi bambini. Negli ultimi tempi l’avevo vista spenta, assente, distratta e capisco solo ora la portata del suo disagio, del suo “non dire”, non aprirsi, non svelare. Una giovane donna che non riusciva a trovare la forza di chiedere aiuto, che stava annegando nel suo dolore».
Gelosia In Capitanata il marito accoltella la moglie e poi tenta di togliersi la vita Le parole La facoltà di Lettere ha scritto un toccante ricordo della 4oenne