Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il fronte del no all’inceneritore
Bari e altri sette Comuni chiedono la revoca dell’Aia. La Regione verso il dietrofront Ambiente Assemblea a Modugno. Se l’autorizzazione non sarà ritirata fra tre giorni scatterà il ricorso al Tar
Si fa compatto il fronte del no all’impianto di incenerimento di rifiuti speciali, pericolosi e non, progettato dalle società Newo e OssigenoPurO nella zona industriale e autorizzato dalla Regione. Il Comune di Bari e altri sette Comuni dell’hinterland hanno firmato un documento in cui chiedono la revoca dell’Aia. Se l’autorizzazione non sarà ritirata in tre giorni, si andrà al Tar. Emiliano pronto a rivedere la posizione della Regione.
Tutti contro l’inceneritore, almeno a parole. Ma resta in piedi, per ora, l’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), pubblicata lo scorso primo febbraio, dopo una Conferenza dei servizi in Regione iniziata a maggio 2016, che ha raccolto 15 pareri favorevoli o nulla osta, rilasciati, tra gli altri, da varie sezioni dell’amministrazione regionale, Arpa, uffici tecnici del Comune di Bari, Asl Bari e Consorzio Asi. E l’impianto ha chiesto a Pugliasviluppo anche un finanziamento pubblico di 10 milioni di euro. Il fronte del no, tuttavia, sembra più compatto e incline a passare dalle parole ai fatti.
Ieri a Modugno si è tenuto un Consiglio comunale monotematico aperto, sull’impianto per trattamento e coincenerimento di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, prodotti dalla biostabilizzazione dei rifiuti urbani, che le società Newo e OssigenopurO intendono realizzare e gestire nella zona industriale di Bari. Al Consiglio, il governatore pugliese, Michele Emiliano, non c’era ma ha inviato un messaggio per spiegare la posizione della Regione: una volta escluso un presupposto dell’Aia che serviva a precludere flussi extraregionali di rifiuti (il conferimento da parte di Amiu Puglia), il Dipartimento Ecologia «sta valutando approfondimenti» e «di annullare in autotutela l’Aia». Quindi sono intervenuti, tra gli altri, consiglieri regionali (Mario Conca del M5s e Ignazio Zullo di Direzione Italia), il sindaco di Bari, Antonio Decaro (anche presidente della città metropolitana) e i sindaci (o loro delegati) dei Comuni dell’Aro Ba2 (Bitetto, Bitonto, Giovinazzo, Bitritto, Binetto, Palo del Colle e Sannicandro) e di Gioia del Colle, Consulte per l’ambiente e aste sociazioni ambientaliste. Ma anche Rossano Ercolini, della rete Rifiuti Zero e Agostino Di Ciaula, presidente del comitato scientifico Isde internazionale.
Per tutti, quell’Aia non «s’aveva» da rilasciare. In seguito, in seduta ordinaria, il Consiglio comunale di Modugno ha approvato all’unanimità un documento che chiede la revoca dell’Aia entro 2-3 giorni. In caso contrario, si proseguirà sulla strada del ricorso al Tar, per il quale, ha detto il sindaco Nicola Magrone (il solo ad essersi opposto al progetto già in Conferenza dei servizi) «abbiamo già la delibera». Lo stesso si sono impegnati a fare gli altri Comuni dell’Aro Ba2. Incluso quello di Bari. Decaro ha spiegato che non avrebbe potuto interferire sul parere tecnico dei suoi uffici ma ha promesso battaglia solidale contro l’inceneritore, «per ragioni politiche e perché non ci sono i presupposti su cui poggiava il progetto». L’impianto, secondo l’assessore all’ambien- di Modugno, Tina Luciano, ha varie contraddizioni. Tra queste, il rilascio di un’ autorizzazione« con parere favorevole dell’Asl Ba Nord, a bruciare rifiuti (264 tonnellate al giorno), per la prima volta su scala industriale, con una tecnologia diossido combustione, che però è ancora in sperimentazione nel piccolo impianto di Gioia del Colle, dove pure l’Asl ha chiesto valutazione di impatto sanitario. È un paradosso anche che lo si proponga in un’area già inquinata, da bonificare (secondo dati Arpa), e in un contesto virtuoso, l’Aro Ba2, avanti con l’ antitesi dell’ incenerimento, la raccolta differenziata». A Bitritto, ad esempio, ha raggiunto quasi l’83%, tanto che, ha rivendicato il sindaco, Giuseppe Giulitto, «siamo stati premiati da Legambiente come primo Comune riciclone della fase start up». Per ora tace solo Newo. Assiste con un suo legale alla seduta, che promette: «Parleremo dopo le elezioni».