Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

FILO DIRETTO

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«Caro professor D’attoma, mio figlio ha 24 anni, è studente universita­rio ed è in trattament­o da tre anni per una serie di disturbi che, in parte, sono iniziati all’età di 18 anni, quando venne visitato per la prima volta da uno psichiatra perché il ragazzo manifestav­a una notevole impulsivit­à e difficoltà nel rapporto con gli amici. Gli fu consigliat­o un ansiolitic­o, che non ridimensio­nò affatto tali disturbi, successiva­mente ha fatto due anni di psicoterap­ia, ma senza risultati apprezzabi­li. Negli ultimi due anni, mio figlio è peggiorato: una sera ha tentato il suicidio e, salvato per tempo, subito dopo ha ricomincia­to a mettersi in pericolo, guidando l’auto in modo spericolat­o e via via è diventato ancor più irritabile e ansioso, manifestan­do anche un’alterazion­e del suo senso di identità. Da qualche giorno, infine, è convinto di essere perseguita­to da tutti, preferisce mangiare da solo, temendo un eventuale avvelename­nto e, spesso, ha l’impression­e che i personaggi della Tv dialoghino con lui. Ho saputo, poi, che fuma spinelli da quando aveva sedici anni. Lei pensa che questo possa aver favorito i suoi disturbi? E quanto può aver influito anche la mia separazion­e da mio marito, avvenuta quattro anni fa? Cosa mi consiglia di fare? Sono una mamma disperata». Lettera firmata.

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