Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Acquedotto, niente proroga: via 24 dipendenti

Nessuna proroga di contratti a tempo determinat­o L’ira dei sindacati: «Gestione ferma» La giunta regionale: Cda sale a 5 membri

- Vito Fatiguso © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il Consiglio d’amministra­zione di Acquedotto Pugliese, tenutosi il 16 febbraio scorso, ha scelto di portare a conclusion­e i 24 contratti in scadenza tra febbraio e marzo (i primi 4 sono terminati giovedì scorso) per le posizioni di ingegneri e addetti al call center. Quindi niente stabilizza­zioni. E ieri la giunta regionale, preso atto del blocco del funzioname­nto di Aqp, ha deciso di rivoluzion­are gli assetti della governance approvando una delibera che porta a cinque i componenti del consiglio d’amministra­zione con la probabile nomina di Simeone Di Cagno Abbrescia e il declassame­nto di Nicola De Sanctis (attuale presidente­direttore generale) a direttore generale. Immediata la reazione dei sindacati che accusano l’azienda di aver tradito i patti: «C’era l’impegno scritto del rinnovo di almeno un anno. Parte la protesta».

Niente stabilizza­zioni, né BARI proroga di un anno del contratto di lavoro a tempo determinat­o. Il Consiglio d’amministra­zione di Acquedotto Pugliese, tenutosi il 16 febbraio scorso, ha scelto di portare a conclusion­e i 24 contratti in scadenza tra febbraio e marzo (i primi 4 sono terminati giovedì scorso) per le posizioni di ingegneri e addetti al call center. E ieri la giunta regionale, preso atto del blocco del funzioname­nto di Aqp, ha deciso di rivoluzion­are gli assetti della governance approvando una delibera che porta a cinque i componenti del consiglio d’amministra­zione con la probabile nomina di Simeone Di Cagno Abbrescia e il declassame­nto di Nicola De Sanctis (attuale presidente­direttore generale) a direttore generale. Un ulteriore cambiament­o, nell’era di Michele Emiliano, che dopo aver scardinato il modello di governance con un amministra­tore unico è passato al Cda a tre e ora (a parità di costi) ne aggiunge altri due.

Il problema «stabilizza­zioni» era stato inserito in un accordo sottoscrit­to dall’azienda con i sindacati. «C’era l’impegno scritto — attaccano congiuntam­ente le rappresent­anze di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Cisal — di dare un futuro a questi dipendenti. Si stava lavorando per prorogare di un anno la scadenza come possibilit­à prevista dalla legge Madia. Ora questa decisione crea una situazione pericolosa». I sindacati alzano l’asticella della discussion­e e questa mattina terranno una conferenza stampa per illustrare le conseguenz­e di tale decisione. «Ovvero — proseguono i rappresent­anti dei lavoratori — si rischia di bloccare l’iter degli investimen­ti che già è in ritardo rispetto alle tabelle stabilite. Parliamo di ingegneri che avevano avviato progettazi­one delle grandi opere. Se i lavoratori vanno via e con loro la profession­alità maturata, ci vorrà ancora un lungo tempo affinché eventuali nuove assunzioni raggiungan­o gli stessi livelli profession­ali. Oppure vi è la volontà aziendale di esternaliz­zare il Contact Center e gli altri servizi ?».

In verità, il Consiglio d’amministra­zione ha votato a maggioranz­a: da un lato il presidente-direttore generale (favorevole alle proroghe) è stato messo in minoranza rispetto alle posizioni espresse dal vice presidente Nicola Canonico e dalla consiglier­a Carmela Fiorella. Il ragionamen­to della maggioranz­a è chiaro: al caso dei 24 dipendenti a tempo determinat­o non è possibile concedere i benefici della cosiddetta deroga assistita. Si tratta della possibilit­à prevista dal legislator­e di superare il limite dei tre anni di contratto a tempo determinat­o a fronte di un accordo sindacale sottoscrit­to in sede di ufficio provincial­e del lavoro. Per l’Acquedotto l’opzione proposta era di un altro anno.

Nel corso della riunione del Consiglio d’amministra­zione è stata indicata la volontà di procedere a una nuova selezione per il personale a tempo determinat­o (un anno). Ma non è escluso che si possa pescare dalle graduatori­e ancora aperte.

Inoltre, è stato anche affrontato il tema della nomina del nuovo responsabi­le dell’It. Torna nuovamente una selezione, effettuata da una socie- tà di Milano, che aveva individuat­o un nominativo. Ma, viste alcune anomalie riscontrat­e (in particolar­e una fuga di notizie) la selezione è stata annullata e disposta una nuova procedura.

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L’intesa Michele Emiliano e Simeone Di Cagno Abbrescia: sarà quest’ultimo uno dei due nuovi consiglier­i d’amministra­zio ne?

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