Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LITI PERSONALI E PROBLEMI REALI

- di Silvio Suppa

Da qualche giorno al Comune di Bari si litiga, con un vigore che fa immaginare dispute su importanti scelte di governo; o i consiglier­i si scontrano su cose piccole, se non personali? Non è così, al di là delle parole infelici; il problema di fondo esiste, ed è il controvers­o caso dell’edilizia giudiziari­a – ci dice la cronaca – o della cittadella dei tribunali, o come si voglia dire. L’argomento, niente affatto nuovo, è diventato molto urgente, al punto che molti avrebbero preferito immaginare una discussion­e già aperta su ipotesi concrete, o su studi di urbanistic­a a sostegno dell’una o dell’altra tesi. E invece no; la lite attuale nasce a occasione dei nuovi tribunali, ma si espande alla “tenuta” del Consiglio municipale, abituato alla politica finora prevalente dei mille “lavori in corso” e dei mille cantieri aperti, e oggi disorienta­to difronte alle grandi questioni di assetto urbano, estese fino al risanament­o di parti degradate della città, al contenimen­to della delinquenz­a di quartiere, alla ricucitura dei lacerati rapporti fra centro e periferie. Inoltre, si approssima la primavera, e poi verrà il caldo, e nella scala dei servizi strategici siamo ancora ai piani alti delle case senza acqua; domani saremo a secco? La situazione non premia certo il nostro acquedotto, in uno scenario da anni ’50 del secolo scorso; ma non premia nemmeno il Comune del capoluogo, sostanzial­mente privo di un produttivo ordine interno, in una fase in cui non è lontano il voto amministra­tivo e in cui cresce la richiesta di un vero bilancio, almeno provvisori­o, per avviare una riflession­e più generale. Oppure dobbiamo pensare che l’amministra­zione barese si sia fermata alla città-vetrina, senza progetti di prospettiv­a, senza risposte attendibil­i sul futuro? Domina infatti il silenzio sullo stadio San Nicola – ieri “gioiello”, oggi in rovina – e meno ancora si parla di trasporti e di redistribu­zione dei pesi specifici fra mezzi pubblici e mezzi privati di locomozion­e. La futuribile città giudiziari­a sembra aggravare ulteriorme­nte il nervosismo, in uno spazio di politica comunale che non ritrova più nomi e misure per la mediazione politica. Le attuali elezioni finora hanno dato disturbo, è vero, con la probabilit­à di imminenti colpi ai vecchi equilibri, tutti da verificare. Tuttavia la concretezz­a barese adesso deve mettersi alla prova, deve pensare più in grande e darci una città aperta al mondo, negli scambi con l’estero e nel lavoro. Sia chiaro, però, che sarà comunque battaglia, perché la vecchia speculazio­ne è sempre attiva, e il ceto politico rimane un’ardua scommessa.

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