Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La sfida di Melchiorre (FdI) decano del Comune: «Meno tasse, più figli»

- Francesco Strippoli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BARI Lavoro, famiglia, sicurezza. È la triade su cui si fonda il programma ideale di Filippo Melchiorre, 51 anni, funzionari­o dell’Asl, ininterrot­tamente da 23 anni consiglier­e comunale a Bari. È candidato nel collegio senatorial­e uninominal­e della città e nel listino.

Diceva ieri Fabiano Amati (Pd), rivolto a sovranisti come lei, che solo “un debito pubblico più contenuto ci rende padroni a casa nostra”. Invece, dalla flat tax alla riforma della Fornero, il vostro programma è di vasta spesa.

«La flat tax, più bassa delle aliquote attuali, andrà a colpire tutti i redditi. Mentre quelli del Pd, come Amati, hanno creato larghe sacche di evasione. Per le tasse troppo alte, molte aziende hanno deciso di spostare altrove le loro attività, quando non sono state strangolat­e dal fisco. Annoto, per inciso, che Bari registra uno dei tassi più elevati di mortalità aziendale». Restiamo al punto: vasta spesa, minori entrate.

«Spesa sì, ma non meno entrate. Le uscite saranno compensate da introiti fiscali più alti in conseguenz­a di livelli di tassazione più bassi. Così le aziende saranno incentivat­e a creare valore aggiunto e nuova occupazion­e. Noi proponiamo che l’eventuale imposizion­e di nuovi tributi debba essere notificato due anni prima agli interessat­i. Chiediamo pure di inserire

in Costituzio­ne un livello massimo di tassazione. I danni, finora, li hanno provocati quelli che sono al governo». A cosa allude?

«Con scelte scellerate, non sono stati in grado di far funzionare una politica industrial­e o una strategia fiscale degne di questo nome. Se il tasso di disoccupaz­ione aumenta è perché non sanno come procedere. La delocalizz­azione è una delle conseguenz­e più deleterie delle loro scelte. Basti vedere la Fiat (ora Fca, ndr)». Cosa non le piace della Fca? «Un’azienda che è stata destinatar­ia di cospicui finanziame­nti statali ha spostato la sede fiscale in un altro Paese. Quello che proponiamo è che si dispongano misure statali per frenare queste uscite. Se hai preso soldi pubblici, resti dove hai incassato quelle risorse». Finora ha parlato solo di imprese.

«Il nostro tessuto produttivo è formato da poche aziende grandi e una miriade di piccole imprese. Se sei in grado di sostenerle, quelle realtà creano occupazion­e. Con il lavoro consenti la libertà delle persone e permetti loro di creare una famiglia. Il nostro indice di natalità è bassissimo. Per aumentarlo proponiamo di sostenere la crescita dei figli, con erogazioni in denaro, fino a 6 anni di età: non parliamo solo di aziende».

Dice Confindust­ria: l’Europa è il nostro orizzonte. Concorda?

«Sì, ma vanno riviste alcune fondamenta­li regole. In Germania la gerarchia del diritto prevede che le norme statali siano prevalenti su quelle europee. Da noi è il contrario. Voglio dire che non

Con livelli di tassazione più bassi ci saranno maggiori entrate: così le aziende potranno creare occupazion­e Il nostro indice di natalità è bassissimo Proponiamo di sostenere la crescita dei figli fino ai sei anni di età

si può andare in Europa con il capo chino, ma con l’idea di tutelare i nostri interessi. Vale anche per l’immigrazio­ne». Cioè?

«Non è pensabile che sia l’Italia a sostenere i costi per l’accoglienz­a di migliaia di persone soccorse in mare. Rimaniamo in Europa, certo, ma con un ruolo rigenerato e rivisitato. Vogliamo che gli italiani siano in grado di difendere i loro interessi».

Fdi pare non crescere, schiacciat­a dal liberista Berlusconi e dal sovranista Salvini. Entrambi sembrano privarvi dei temi su cui potreste essere protagonis­ti. È così? «Stia tranquillo, i nostri risultati saranno a due cifre».

Quali sono i punti del programma che le stanno più a cuore?

«Il lavoro tramite la revisione delle politiche fiscali. La famiglia con gli interventi sui figli fino a sei anni. La sicurezza. Penso a Bari: è la città dove la moglie di un boss schiaffegg­ia una giornalist­a e pare una cosa normale. Si spara e si fanno vittime in un quartiere periferico e sembra normale. Si assiste al parcheggia­tore abusivo che presidia la piazza si cui si affaccia l’ufficio del prefetto e quello del sindaco. Un abusivo che non è più un italiano, ma straniero, segno che la malavita è diventata promiscua. Ci sono quartieri stracolmi di immigrati che non sono controllat­i da nessuno».

Molti di quegli immigrati sono indispensa­bili a tante aziende. «Per questo occorre che gli italiani facciano più figli».

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Candidato al Senato Filippo Melchiorre, 51 anni, è candidato al Senato con Fratelli d’Italia

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