Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il sociologo Romano «Emulare i grillini, ecco il vero errore del centrosinistra»
Onofrio Romano e la lente d’ingrandimento sul voto «Adesso la rabbia va incanalata in un nuovo progetto»
«Ha vinto il populismo di M5S e Lega. Mentre il centrosinistra ha perso perché da tempo privo di un progetto politico per i più deboli, illuso da una certa prospettiva europeista definitivamente fallita, che ha creduto nella possibilità di contemperare il mercato con i diritti». Riassume così il risultato elettorale Onofrio Romano, sociologo dell’Università «Aldo Moro» di Bari.
È preoccupato per l’ascesa di M5S e Lega?
«Non danno risposte politiche. Urlano alla luna. Il M5s ha tutti i caratteri del movimento populista. Coltiva la disintermediazione, l’idea che il popolo possa essere rappresentato così com’è, senza élites addette alle istituzioni. E, soprattutto, “surfa” su tutti gli umori del popolo, anche se tra loro contraddittorie, senza preoccuparsi di costruire un’offerta coerente».
I problemi, poi, arrivano quando si deve governare.
«Sì, sarà difficile farlo per loro e lo sarebbe stato anche se fossero arrivati al 51%, perché navigano a vista tra le istanze più diverse».
La Lega?
«È populista anch’essa. Continua a cercare capri espiatori cui intestare i mali degli italiani. Se prima i suoi nemici erano Roma e il Sud, ora è Bruxelles. E gli immigrati».
Come spiega la disfatta del Pd, soprattutto nella Puglia di Emiliano?
«Si pensava che la vena populista di Emiliano potesse far breccia. Invece ha ottenuto un risultato peggiore della media nazionale del Pd. È chiaro che, se competi sullo stesso terreno del M5S, l’elettore sceglie l’originale, non la copia. Secondo punto: in queste elezioni ha contato solo il voto alla lista. Sono state penalizzate le forze politiche basate sul rapporto diretto tra candidato ed elettori, come il Pd di Emiliano, che ha costruito il suo potere con una rete di detentori di bacini personali di voti. Terzo: dal punto di vista comunicativo il Pd ha commesso fesserie totali, attaccando il M5s solo sui congiuntivi di Di Maio o su “rimborsopoli”, temi che agli elettori non interessano, soprattutto se in forte disagio».
Né l’altra sinistra ha saputo approfittarne.
«Tutta la sinistra di fatto condivide quell’illusione di un europeismo buono e sociale. Leu, in più, non ha avanzato proposte coerenti e forti. È sembrato un separato in casa del Pd, dopo un litigio tra personalità politiche. Quanto a Potere al popolo, non ha avuto seguito come è accaduto in Italia a tutti i movimenti nati dal basso (stile Podemos in Spagna)».
Esclude il M5S?
«Sì perché è stato progettato dall’alto e creato da un miliardario, Grillo. Secondo me nemmeno per autopropulsione. Nel 2013 la borghesia italiana ha puntato sui 5 stelle per paura dell’ascesa al potere della sinistra. Solo che ora sono molto forti e non sa più come disfarsene». Il centrodestra in Puglia tiene di più. «I sondaggi gli davano tutti i seggi uninominali pugliesi. Alla fine se li è presi il M5s. Fi cresce ma non brilla di luce propria. Si è ripresa solo voti che erano andati alla fallita “primavera pugliese”».
E adesso?
«Si colga l’occasione per voltar pagina. Al Sud funzionano sempre meno i sistemi clientelari con cui i politici sedavano la rabbia, che ora va incanalata in un nuovo progetto politico. Si esca dalla battaglia tra chi difende la governance europea e chi vuole sfasciare tutto. La sinistra trovi modelli alternativi. Dagli anni 90 scommette sulla favola che si possa guidare il mercato in senso progressista. Ma la globalizzazione scatenata porta ricchezza solo ai più ricchi e i poveri sono sempre più poveri. Il Sud sta crescendo, la Campania più che il resto d’Italia. Ma anche lì stravince il M5S. È evidente che, anche con pochi punti di Pil in più, le persone non stanno meglio».
La caratteristica Grillini e Lega «surfano» su tutti gli umori del popolo, anche se tra loro sono contraddittori