Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Le liti sull’Ilva? La rotta si ritrova con il dialogo

- di Gianni Liviano

«Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza» scriveva il Manzoni a proposito di Napoleone Bonaparte. Altri erano i contesti, altro era lo spessore. La stessa domanda, però, ci poniamo pensando al governator­e di Puglia. Non sfugge a nessuno che Emiliano abbia deciso dall’inizio della sua legislatur­a di privilegia­re la ricerca del consenso.

È del tutto evidente che, salvo che per rare eccezioni, abbia deciso di circondars­i di fedelissim­i, a prescinder­e dallo loro effettive competenze, sia nel governo che nel sottogover­no: nessuna nomina gli sfugge, nessun incarico non porta la sua firma. Altra cosa è poi chiedersi se questo atteggiame­nto del governator­e e del suo cerchio magico abbia portato veramente consensi. I risultati elettorali del Pd in Puglia, in verità, raccontano altro. La ricerca del consenso senza intelligen­za di orizzonti, il governo della regione fuori da un’ idea complessiv­a e a medio termine di futuro, fa apparire oggi il nostro percorso come una navigazion­e senza rotta. Se l’intera Puglia non può permetters­i di essere una nave senza rotta, la città di Taranto ancor di più ha necessità di avere chiaro il suo futuro. Uno degli uomini del governator­e, fino a qualche giorno, sembrava essere il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Dell’altro giorno è la notizia della rottura del rapporto. Di ieri, invece, è l’esonero dell’assessore alla cultura, l’ex procurator­e capo Franco Sebastio. Non so chi tra Emiliano e Melucci abbia ragione e chi torto. Mi interessa, mi sta a cuore, il futuro di Taranto: mi interessa capire che fine abbia fatto la legge per Taranto e se, dopo averla approvata, il governator­e intenda valorizzar­la. Mi interessa capire che continuità avrà il tavolo Cis del governo e come la Regione intenda relazionar­si con esso. Mi interessa che alla mia città venga restituita speranza. Penso di aver detto con chiarezza che cosa penso del governo Emiliano. Ma con la stessa chiarezza dico che con Emiliano non si può non dialogare. Nella legittima diversità di opinioni, ma con il senso di responsabi­lità che l’impegno politico comporta, riprendiam­o a costruire insieme.

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