Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Le liti sull’Ilva? La rotta si ritrova con il dialogo
«Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza» scriveva il Manzoni a proposito di Napoleone Bonaparte. Altri erano i contesti, altro era lo spessore. La stessa domanda, però, ci poniamo pensando al governatore di Puglia. Non sfugge a nessuno che Emiliano abbia deciso dall’inizio della sua legislatura di privilegiare la ricerca del consenso.
È del tutto evidente che, salvo che per rare eccezioni, abbia deciso di circondarsi di fedelissimi, a prescindere dallo loro effettive competenze, sia nel governo che nel sottogoverno: nessuna nomina gli sfugge, nessun incarico non porta la sua firma. Altra cosa è poi chiedersi se questo atteggiamento del governatore e del suo cerchio magico abbia portato veramente consensi. I risultati elettorali del Pd in Puglia, in verità, raccontano altro. La ricerca del consenso senza intelligenza di orizzonti, il governo della regione fuori da un’ idea complessiva e a medio termine di futuro, fa apparire oggi il nostro percorso come una navigazione senza rotta. Se l’intera Puglia non può permettersi di essere una nave senza rotta, la città di Taranto ancor di più ha necessità di avere chiaro il suo futuro. Uno degli uomini del governatore, fino a qualche giorno, sembrava essere il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. Dell’altro giorno è la notizia della rottura del rapporto. Di ieri, invece, è l’esonero dell’assessore alla cultura, l’ex procuratore capo Franco Sebastio. Non so chi tra Emiliano e Melucci abbia ragione e chi torto. Mi interessa, mi sta a cuore, il futuro di Taranto: mi interessa capire che fine abbia fatto la legge per Taranto e se, dopo averla approvata, il governatore intenda valorizzarla. Mi interessa capire che continuità avrà il tavolo Cis del governo e come la Regione intenda relazionarsi con esso. Mi interessa che alla mia città venga restituita speranza. Penso di aver detto con chiarezza che cosa penso del governo Emiliano. Ma con la stessa chiarezza dico che con Emiliano non si può non dialogare. Nella legittima diversità di opinioni, ma con il senso di responsabilità che l’impegno politico comporta, riprendiamo a costruire insieme.