Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I riti simbolici dei cibi della rinascita
Cibi pasquali e allusioni primaverili
L’uomo ha bisogno di simboli. Questo aspetto, che riguarda la rappresentazione di un reale interiore che risponde alla realtà vera, è ciò che lo differenzia dagli altri animali. Solo l’uomo infatti produce arte, interpreta ciò che vede. Anche il cibo è interpretazione simbolica sia personale che collettiva. Si può evocare una persona cara con una ricetta particolare che non solo ce la ricorda, ma permette di ‘assimilarne’ la presenza, farla nostra. Il ragù della nonna o della mamma non è solo cibo, ma veicola concetti più identitari costruiti intorno ad un tavolo, rapporti sociali, familiari, perché la componente affettiva del cibo è una bella fetta di ciò che portiamo in tavola. Il rito a tavola si manifesta anche con le modalità tradizionali di ogni rito: l’attesa e il compimento attraverso una sequenza di gesti. Il periodo che precede la Pasqua non è sono pieno di riferimenti religiosi, a cui l’uomo contemporaneo può più o meno dare ascolto, ma c’è un ‘fuori’ che bussa, che si fa sentire prepotentemente, con vigore. è la stagione che cambia, che realizza il risveglio invernale regalandoci il piacere di scoprirsi; il corpo chiede più riposo, il cibo diventa via via più leggero. Le scelte della tavola quaresimale ben si conciliano con questo momento dell’anno, una sorta di purificazione corporea, una detossinazione utile per risvegliarsi. Uova e verdure novelle tratteggiano il rito della rinascita come significanti importanti, utili per scoprire se stessi. La primavera con il suo patrimonio di ricchezza anche gastronomica, è strettamente correlata alla Pasqua che si celebra proprio nel plenilunio di primavera. Un ‘passaggio’ significativo che segue il movimento naturale, dopo la pausa invernale e che porta in tavola principalmente le uova. Nella versione di cioccolato devono avere la sorpresa come buon auspicio di fertilità.
La Pasqua viene ceLebrata neL PLeniLunio di Primavera