Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Musica, cinema e teatro Lo spettacolo continui
È mirabile il modo in cui questa regione produce cultura Un cartellone ricco e frenetico capace di autopromozione
Il modo in cui la Puglia riesce a produrre eventi è mirabile. Il cinema, i festival letterari, l’arte, la moda, l’artigianato, l’enogastronomia. Accade tutto qui. Non ve n’eravate accorti? Ma alla fine, cos’è che ci rappresenta meglio?
Quali sono gli eventi, dovendo individuarne due o tre, che danno la cifra perfetta di questa regione? La sensazione è che tutto questo programmare, questo calendarizzare, questo tradurre ogni cosa in evento, sia il tentativo di trovare un punto di equilibrio. La Puglia sta inseguendo l’algoritmo perfetto. E questo la rende territorio in perenne transizione: la vedi qui e ora, ma te la immagini già altrove. Qui è sempre domani. Ecco: questo è il titolo che mi piacerebbe per l’evento degli eventi.
Poche altre realtà hanno saputo produrre immaginario come la Puglia negli ultimi dieci/quindici anni: il boom di letteratura (e conseguenti festival), il cinema di Ferzan Ozpetek (e gli altri registi a seguire, con conseguente sviluppo di un’industria cinematografica), la crescita del turismo (e conseguenti entusiastiche recensioni dei media internazionali). E poi la musica, il teatro, il cibo, il settore vitivinicolo, i prodotti (e i produttori) locali che schizzano nelle vendite e nel gradimento qui e altrove. E gli eventi a tema, una grande vetrina di tutto ciò.
C’è una specie di frenesia da cartellone, capace poi di innescare partecipazione collettiva (forse troppa?). Ma è comunque la prova che tanti libri, tante mostre, tanti concerti portano l’illusione che la cultura generi cambiamento. O meglio, se proprio dobbiamo dirla: che la cultura genera quel cambiamento che la politica non è capace di favorire.
Nessun evento è troppo piccolo, guardato da questa prospettiva. Specie se quel cambiamento investe i centri minori, le città tradizionalmente fuori dal circuito turistico. Spesso è proprio da lì che arrivano le proposte più interessanti.
Seguiteci, questa è la regione che si autopromuove e si reinventa. Venite anche voi a ballare in Puglia?
Ferma, fino a qualche anno fa, al bivio tra modernità e arcaismo - siamo sempre davanti a qualche incrocio, e sono i luoghi più interessanti - ha scelto di svoltare verso la prima. Il nuovo arriva, arriva sempre. Il che non vuol dire che non ci sia collegamento col passato e il presente. O che la Puglia guardi fuori di sé per produrre quello che sta producendo. Vuol dire che il passato non è perfetto, nemmeno il presente lo è.
Ma vuol dire, soprattutto, che questa è una regione sempre pronta ai cambiamenti. Non c’è nulla che preventivamente non valga la pena di essere fatto. Probabilmente è questa la storia più potente che raccontano questi eventi. Anche nella loro varietà spesso eccessiva, nella loro schizofrenia (in uno stesso borgo, in una sola serata, siamo capaci di saltare dalla sagra del polpo alla mostra sugli insediamenti rupestri). È l’arte del mettersi in gioco, del non fermarsi. È il tentativo di chi è ancora provvisorio e sta cercando un’identità. Vi sembra una lettura negativa? L’opposto. La provvisorietà porta sempre il segno più della non resa.
È quando ancora non sai bene chi sei, che ti dai da fare per scoprirlo; è quando non hai ancora capito cosa ti veste meglio e qual è il tuo abito migliore, che le provi tutte.
E poi, pensate alla noia di quei territori dove hanno già chiaro tutto (programmi, sviluppo, strategie), sempre uguali a se stessi, dove tutto è stato stabilito, capito, risolto. Ecco: pensate la noia e la finitezza della cose risolte; e poi pensate all’imprevisto dei percorsi incompiuti. Alle deviazioni repentine che rompono i ritmi stabiliti. È quello che spinge lo sguardo oltre. Ecco perché qui è sempre domani.