Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Compie 20 anni la scuola che insegna a fare il caffè

L’Accademia Trucillo da Salerno a Toronto, Dubai, Santiago del Cile, Amsterdam

- Di Stefania Marino

Èla Scuola del Caffè più antica del Sud Italia. Un’eccellenza salernitan­a, quella dell’Accademia Trucillo, che nel 2018, compie vent’anni. Un traguardo significat­ivo che affonda le sue radici nella volontà di Matteo Trucillo e Fausta Colosimo di affiancare al lavoro di torrefazio­ne quello teorico della formazione. Un’idea nata nel 1998. Da allora, in Accademia Trucillo, sono arrivati dall’Italia e dall’estero circa seimila corsisti. Profession­isti della caffetteri­a, della ristorazio­ne, ma anche semplici amanti del caffè.

«Noi siamo il nostro caffè» recita il motto aziendale. Parole calate nell’identità familiare, in memoria di Cesare Trucillo, padre di Matteo, che negli anni ’50 a Napoli dopo essersi imbattuto negli importator­i di caffè, decide di fondare la Caffè Moka Salerno. Una realtà aziendale che, giorno dopo giorno, cresce seguendo i principi della tradizione e dell’innovazion­e, fino a divenire la Cesare Trucillo Spa. È in questo luogo, impregnato di aromi e sapori del mondo, dove si fondono il rispetto della tradizione con la passione delle miscele, dove sorseggiar­e è un piacere divino, che matura la storia dell’Accademia Trucillo.

Occorreva andare oltre il lavoro della torrefazio­ne, oltre l’aspetto puramente commercial­e. Occorreva proiettars­i nel futuro, investendo in una scuola di alta formazione con un unico obiettivo: diffondere l’orgoglio dell’espresso italiano. «Allora fu un salto nel buio - racconta Fausta Colosimo managing director- di formazione non si parlava e allo stesso tempo non esistevano figure profession­ali che condivides­sero le proprie conoscenze. Nonostante questo abbiamo costruito un progetto formativo ambizioso. E oggi festeggiam­o i risultati dei primi vent’anni».

Un cammino fatto di oltre 500 appuntamen­ti durante i quali l’Accademia ha incontrato soprattutt­o tanti baristi, proprio quelli a cui, entrando in un bar, si è soliti frettolosa­mente ordinare un caffè. Eppure, ascoltando Fausta Colosimo, si capisce quanto mondo c’è dietro un “espresso”.

Occorre andare indietro, a partire dai campi di caffè del Centro America, dell’Africa, dell’Asia.

«In Italia la conoscenza del caffè al contrario di quella del vino che ha preso piede, ha avuto un’evoluzione minore. Ci si è allontanat­i dalla bevanda».

Fare un caffè espresso richiede arte, tecnica, sapienza. «Sa, molti - dice ancora Colosimono­n sanno nemmeno definire l’espresso che altro non è che un metodo di estrazione del caffè».

Per poter preparare la bevanda nera, occorre che bravura, competenza e passione del barista si intreccino sapienteme­nte nel tempo di 25 secondi, tempo necessario perché alcuni grammi di caffè e acqua alla giusta temperatur­a, si trasformin­o nell’espresso italiano. Quello che ci invidiano in tutto il mondo, perché espression­e della cultura italiana, simbolo indiscusso del piacere della conviviali­tà.

«Dare a un barista o a un ristorator­e la giusta formazione significa dargli la chiave di volta». Significa conquistar­e un valore aggiunto.

«Il processo è molto complesso e erroneamen­te ritenuto banale - continua Colosimo - e non basta avere a disposizio­ne le giuste attrezzatu­re; bisogna conoscere anche la miscela, sapere da dove proviene il caffè e come garantire la sua perfetta estrazione. La catena di tutti questi elementi, solo se incastrata alla perfezione, porta in tazza un caffè di qualità».

Per questo motivo, una delle ragioni d’essere dell’azienda è diventata l’Accademia, ormai punto di formazione permanente dell’Istituto Internazio­nale Assaggiato­ri Caffè e centro di formazione per il Coffee Diploma System SCA.

Una passione che si tramanda di generazion­e in generazion­e. Oggi responsabi­le dell’Accademia è la giovanissi­ma Antonia Trucillo. ««Una scelta didattica ampia e diversific­ata con corsi organizzat­i in Italia e all’estero perché siamo fermamente convinti che sol o punt ando sulla formazione sia possibile creare valore e rendere il Made in Italy e l’espresso veri e propri marchi di qualità».

Ed è proprio qui all’estero che l’azienda ha inteso allargare il raggio della formazione replicando la scuola Trucillo made in Salerno a Toronto, Dubai, Santiago del Cile, Praga, Amsterdam.

«Stiamo lavorando - conclude Antonia Trucillo - ad una serie di iniziative progettate per coinvolger­e sia gli addetti ai lavori che il grande pubblico».

Un’agenda fitta di incontri dove il caffè si sposa, con l’arte, la pasticceri­a, il vino. Perché qui il nostro amato caffè si declina soprattutt­o in cultura.

Fausta Colosimo

Il processo è complesso: bisogna conoscere anche la miscela, sapere da dove proviene il caffè e come garantire la perfetta estrazione. Il tempo necessario perché alcuni grammi di caffè e acqua alla giusta temperatur­a si trasformin­o nell’espresso è 25 secondi

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Persone dietro le tazzine A sinistra, Antonia Trucillo, responsabi­le dell’Accademia e in basso lo staff al completo pronto a replicare all’estero l’idea della scuola

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