Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il negroamaro va in bianco
La prodigiosa alchimia di colori dell’antica Cantina Coppola di Gallipoli. Si chiama Rocci, al palato è elegante e possente
Un “bianco” ottenuto da uve negramaro. Il Rocci, una delle perle dell’antica Cantina Coppola di Gallipoli, soggioga per l’idea che sia frutto di una prodigiosa alchimia. Ed è infatti il risultato della mescolanza di genuine passioni e pulsioni che hanno portato ad esplorare nuovi territori sensoriali. L’etichetta nasce dall’intuizione degli enologi Carlo Antonio Coppola e Giuseppe Pizzolante Leuzzi che nel 2004 ottennero il primo negroamaro bianco in assoluto. Entrambi erano convinti che le caratteristiche organolettiche peculiari del negroamaro potessero conferire una struttura di grande impatto anche alla vinificazione «in bianco» che si ottiene separando il succo d’uva dalle bucce e dalle altre parti solide dei grappoli subito dopo la pressatura. La particolare annata del 2004 si rivelò ideale per avviare la sperimentazione. Il forte vento flagellò il vigneto di vermentino e all’azienda rimasero modeste quantità di uve bianche. La vendemmia delle uve negroamaro destinate alla vinificazione “in bianco” iniziò in anticipo per assicurare una minore pigmentazione. Il prodotto delle prime annate venne imbottigliato come vino da tavola. In seguito, e non senza fatica, l’importanza dell’esperimento venne riconosciuta e la vinificazione “in bianco” del negroamaro ottenne la denominazione Igt Puglia. Era stato ottenuto vino di grande impatto, con una corrispondenza armonica naso-palato, elegante, nerboruto e lungo grazie alla piacevole vena acida. La storia della cantina è legata a quella della famiglia Coppola ed affonda le sue origini nel 1489, anno in cui venne acquisito il primo vigneto, ancora oggi attivo e di proprietà. Nel 2012 la Niccolò Coppola s.r.l. è stata inserita nell’albo nazionale delle aziende storiche ed ha ricevuto il premio nazionale Di padre in figlio. Il gusto di fare impresa promosso dalle Camere di commercio di Milano e di Monza. La cantina è l’unica a custodire la tradizione del territorio, imbottigliando la Doc Alezio, piccola denominazione di negroamaro delle zone di Gallipoli, Alezio, Tuglie e Sannicola, al cui disciplinare ha dato un fondamentale contributo Carlo Antonio Coppola, padre degli attuali proprietari Giuseppe e Lucio. Oggi, la nuova sfida della Cantina Coppola si declina attraverso Il vigneto del Gusto, progetto dedicato agli enoturisti. Un’idea ambiziosa che nasce attorno alla nuova cantina sulle solide basi della tradizione enologica e turistica della famiglia Coppola, proprietaria del campeggio La Masseria. Elementi ai quali si aggiunge la competenza gastronomica dello chef Franco Tornese. «L’enoturismo è un mercato dalle grandi potenzialità – sostiene Giuseppe Coppola - la nostra azienda aveva intuito queste potenzialità già nel lontano 1967, quando all’ingresso del camping La Vecchia Torre sull’insegna si leggeva ‘Organizzazione turistica dell’azienda agricola Ingegnere Niccolò Coppola’. Nel 1974, con un annuncio sulla rivista aziendale, nel numero di luglio, si offriva ai campeggiatori che volessero lavorare alla vendemmia un soggiorno gratuito in tenda nel mese di settembre».