Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Corsa al Comune I Cinque Stelle scattano già oggi
Con un anno di anticipo rispetto al voto del 2019, ma già pronti a scattare. I Cinque Stelle producono già stasera, alle 18, la prima iniziativa in città per scrivere il programma che - nelle loro intenzioni - dovrà portarli alla guida del Comune di Bari. Nella presentazione dell’appuntamento non sono mancate le stoccate al papabile candidato di centrodestra, l’ex senatore Massimo Cassano.
Pasquale Cascella si è dimesso da sindaco di Barletta a due mesi dalle amministrative. Confermando che non cambierà idea nei 20 giorni concessi dalla legge per ripensarci. E dice al Pd: «È il momento che torni a combattere la buona battaglia». Goccia che fa traboccare il vaso la mancata approvazione in Consiglio comunale del Documento preliminare programmatico al Piano urbanistico della città.
Sindaco Cascella, cosa l’ha spinta alle dimissioni proprio alla fine del mandato?
«Le mie dimissioni obbligano i partiti, in qualche modo, a confrontarsi su temi scomodi e importanti in questa campagna elettorale». Un solo voto mancante per il Dpp. Accidente o altro?
«Dico solo che gli uscenti e i nuovi candidati adesso saranno costretti a dire cosa pensano di quel documento e dello sviluppo urbanistico della città, di ciò che è avvenuto in questi quarant’anni e se vogliono continuare con le varianti urbanistiche. Io non ne ho fatta alcuna. Dicano se vogliono raccogliere questa
eredità». Cosa c’è dietro il nodo del Piano Urbanistico?
«L’urbanistica condiziona la vita pubblica in ogni città. Ma ovviamente si porta dietro gli assetti economici, i rapporti con le attività produttive e industriali, l’ambiente. Non è cosa da sottovalutare». Il ruolo del Pd in questa vicenda?
«Il Pd – ed è l’aspetto che mi addolora più di qualsiasi altro aspetto – non riesce ad esplicitare la sua funzione di indirizzo politico. Stenta a ritrovare la propria funzione sociale e ideale. Il Pd locale non è cosa diversa da quello regionale e nazionale. Soffriamo della stessa crisi di identità e di rappresentanza sociale». Qual è il suo rammarico più grande?
«Non essere riuscito a coagulare una rete di rinnovamento e a sostenere una rigenerazione
Pur di non fare i conti con la politica in tanti si lanciano nelle civiche
della classe politica. Era il mio obiettivo. Non avevo nessuna ambizione se non quella di restituire qualcosa alla città delle mie origini. Lo potevo fare solo promuovendo una nuova classe dirigente».
Dimissioni irrevocabili, dunque? Nessuna ipotesi di ricandidatura?
«Sì. Questa vicenda dimostra come il centrosinistra si sia ulteriormente lacerato. Ma ci sono momenti in cui bisogna combattere anche battaglie forse perse in partenza. Non sono demagogia e strumentalizzazioni, tantomeno il ricorso alle pulsioni che fanno vincere».
Prolificano in città liste civiche trasversali. Si profilerebbe su Barletta un accordo con il centrodestra.
«In tanti cercano di darsi una riverniciatura civica pur di non fare i conti con la crisi della politica. Spero ancora in un confronto democratico. E mi auguro che ciascuno dichiari esplicitamente la sua identità. Gli elettori hanno bisogno di verità. Ho compiuto un atto che ha anche questo significato politico».
Ha lasciato una città migliore o peggiore di quella che ha trovato?
«Ho lasciato una città che sta cambiando e che deve essere aiutata a cambiare in meglio e non a tornare indietro».
Non torno indietro, dimissioni irrevocabili Candidarmi di nuovo? Non esiste