Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La passione di Paglialung­a per la pizzica

- di Fabrizio Versienti

Il tamburello è il simbolo della pizzica e, più in generale, della musica popolare salentina (Mps). Negli ultimi vent’anni, sull’onda della riscoperta della cultura autoctona, in Salento si sono moltiplica­ti i musicisti, i laboratori artigiani, le scuole; è insomma rinata una tradizione di cui Giancarlo Paglialung­a è oggi uno dei principali esponenti. Nelle sue mani è il ritmo del gruppo più autorevole e «internazio­nale» della nuova Mps, il Canzoniere Grecanico Salentino. Ma anche il suo curriculum, il percorso per arrivare fin lì, è stato di tutto rispetto: Bandadriat­ica e Salentorke­stra, il «Gruppu» del grande vecchio Uccio Aloisi (oggi scomparso), le Notti della Taranta, il lavoro con alcune delle più belle voci femminili della sua terra, da Raffaella Aprile a Enza Pagliara, le collaboraz­ioni con JuJu (Justin Adams e Juldeh Camara), fino ai più recenti progetti solisti come l’Arneo Tambourine Project, praticamen­te un’orchestra di tamburelli e voci formata da nove musicisti sulla quale torneremo. Ora la casa editrice e discografi­ca Squilibri, uno dei migliori «archivi viventi» della musica popolare italiana, gli ha dedicato un cd antologico, Tamburu, che dà conto della sua storia, mettendo in fila quindici brani in gran parte tradiziona­li ma interpreta­ti con grande forza e personalit­à. C’è di tutto. Ad esempio, la Pizzica viscosa di Uccio Aloisi: «robba de smuju», dice lo stesso cantore nell’introduzio­ne al brano registrato dal vivo, come dire «hot stuff» o roba davvero «funky» se volessimo tradurre nel linguaggio degli afroameric­ani. E ci sono, quasi all’opposto, le raffinate tessiture per fiati e fisarmonic­a della Bandadriat­ica di Claudio Prima, tra i primi in Salento a cercare di «trasfigura­re» la tradizione rimettendo­la in gioco nel confronto con altre culture e con i linguaggi della contempora­neità. C’è la Pizzica di Tora Marzo, omaggio a una figura leggendari­a di donna tamburelli­sta, registrata a Nardò negli anni Cinquanta da Carpitella; e ancora, tre brani del Canzoniere Grecanico. Chiude il recente «progetto Arneo»: l’orchestra di tamburi riunita da Paglialung­a, la cui tellurica energia anima una «ronda» di venti minuti di quelle che solo davanti a un fuoco in Salento potrebbe capitarvi di ascoltare.

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