Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La passione di Paglialunga per la pizzica
Il tamburello è il simbolo della pizzica e, più in generale, della musica popolare salentina (Mps). Negli ultimi vent’anni, sull’onda della riscoperta della cultura autoctona, in Salento si sono moltiplicati i musicisti, i laboratori artigiani, le scuole; è insomma rinata una tradizione di cui Giancarlo Paglialunga è oggi uno dei principali esponenti. Nelle sue mani è il ritmo del gruppo più autorevole e «internazionale» della nuova Mps, il Canzoniere Grecanico Salentino. Ma anche il suo curriculum, il percorso per arrivare fin lì, è stato di tutto rispetto: Bandadriatica e Salentorkestra, il «Gruppu» del grande vecchio Uccio Aloisi (oggi scomparso), le Notti della Taranta, il lavoro con alcune delle più belle voci femminili della sua terra, da Raffaella Aprile a Enza Pagliara, le collaborazioni con JuJu (Justin Adams e Juldeh Camara), fino ai più recenti progetti solisti come l’Arneo Tambourine Project, praticamente un’orchestra di tamburelli e voci formata da nove musicisti sulla quale torneremo. Ora la casa editrice e discografica Squilibri, uno dei migliori «archivi viventi» della musica popolare italiana, gli ha dedicato un cd antologico, Tamburu, che dà conto della sua storia, mettendo in fila quindici brani in gran parte tradizionali ma interpretati con grande forza e personalità. C’è di tutto. Ad esempio, la Pizzica viscosa di Uccio Aloisi: «robba de smuju», dice lo stesso cantore nell’introduzione al brano registrato dal vivo, come dire «hot stuff» o roba davvero «funky» se volessimo tradurre nel linguaggio degli afroamericani. E ci sono, quasi all’opposto, le raffinate tessiture per fiati e fisarmonica della Bandadriatica di Claudio Prima, tra i primi in Salento a cercare di «trasfigurare» la tradizione rimettendola in gioco nel confronto con altre culture e con i linguaggi della contemporaneità. C’è la Pizzica di Tora Marzo, omaggio a una figura leggendaria di donna tamburellista, registrata a Nardò negli anni Cinquanta da Carpitella; e ancora, tre brani del Canzoniere Grecanico. Chiude il recente «progetto Arneo»: l’orchestra di tamburi riunita da Paglialunga, la cui tellurica energia anima una «ronda» di venti minuti di quelle che solo davanti a un fuoco in Salento potrebbe capitarvi di ascoltare.