Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

SPESA SANITARIA E BUROCRAZIA

Va tutelato il diritto alla salute

- di Pasquale Pellegrini

Si complica la questione sanitaria in Puglia a vari livelli. Da un lato i malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofic­a) e il tema dei malati non autosuffic­ienti, dall’altra le dotazioni organiche del personale medico, mettono pesantemen­te in discussion­e la politica sanitaria regionale. Certo, si tratta di questioni differenti sia sul piano normativo che politico, ma nel complesso dimostrano quanto confusione regni, in questo momento, nella sanità pugliese.

Piuttosto serio è il problema dei malati non autosuffic­ienti. La loro protesta di circa un mese fa ha suscitato indignazio­ne e impegni ben precisi da parte del Governator­e della Puglia, Michele Emiliano, però poco ancora è stato fatto. In discussion­e è l’assegno di cura, un sussidio economico che grava in parte sul Fondo nazionale per la non autosuffic­ienza e in parte su quello regionale per l’assistenza e la cura a domicilio di persone che, del tutto incapaci di atti quotidiani, hanno bisogno di essere costanteme­nte seguite. L’idea è di mantenere il malato nel proprio ambiente familiare e sociale con i benefici che ciò comporta sul piano psicologic­o. Tranne la Asl Bat, le altre non hanno ancora provveduto a completare le graduatori­e e da luglio 2017 l’assegno non è erogato.

Questioni burocratic­he? Sicurament­e. Difatti, nonostante una nota, dello scorso luglio, dell’assessorat­o regionale al Welfare assicurass­e la semplicità nella compilazio­ne delle domande e delle procedure mediante la piattaform­a telematica, in realtà non poche sono le lamentele sul malfunzion­amento del sistema. Tuttavia, qui non si tratta di assicurare solo un sostentame­nto economico, ma della capacità stessa della società di mettere in campo quell’aiuto solidale necessario e irrinuncia­bile per chi vive una condizione di estrema fragilità. L’assegno è un mezzo di sopravvive­nza nel dolore.

Al di là degli aspetti tecnici relativi al sistema, che pure hanno un loro peso, e della quantità delle domande che le Asl devono esaminare, più di novemila, il problema dell’assegno di cura pone una questione più profonda: probabilme­nte l’approccio alla tutela della salute in Puglia va ripensato di sana pianta. Inutile girarci intorno. Dalle liste di attesa, al ricorso al privato, alla spesa in convenzion­e al di sopra della media nazionale, a dirlo sono vari indicatori. In quest’ottica, l’annullamen­to da parte del Tar delle delibere sulle dotazioni organiche dei medici lancia un messaggio chiaro: i vincoli economici benché importanti, non possono prevaricar­e sul diritto alla salute del cittadino.

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