Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
SPESA SANITARIA E BUROCRAZIA
Va tutelato il diritto alla salute
Si complica la questione sanitaria in Puglia a vari livelli. Da un lato i malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofica) e il tema dei malati non autosufficienti, dall’altra le dotazioni organiche del personale medico, mettono pesantemente in discussione la politica sanitaria regionale. Certo, si tratta di questioni differenti sia sul piano normativo che politico, ma nel complesso dimostrano quanto confusione regni, in questo momento, nella sanità pugliese.
Piuttosto serio è il problema dei malati non autosufficienti. La loro protesta di circa un mese fa ha suscitato indignazione e impegni ben precisi da parte del Governatore della Puglia, Michele Emiliano, però poco ancora è stato fatto. In discussione è l’assegno di cura, un sussidio economico che grava in parte sul Fondo nazionale per la non autosufficienza e in parte su quello regionale per l’assistenza e la cura a domicilio di persone che, del tutto incapaci di atti quotidiani, hanno bisogno di essere costantemente seguite. L’idea è di mantenere il malato nel proprio ambiente familiare e sociale con i benefici che ciò comporta sul piano psicologico. Tranne la Asl Bat, le altre non hanno ancora provveduto a completare le graduatorie e da luglio 2017 l’assegno non è erogato.
Questioni burocratiche? Sicuramente. Difatti, nonostante una nota, dello scorso luglio, dell’assessorato regionale al Welfare assicurasse la semplicità nella compilazione delle domande e delle procedure mediante la piattaforma telematica, in realtà non poche sono le lamentele sul malfunzionamento del sistema. Tuttavia, qui non si tratta di assicurare solo un sostentamento economico, ma della capacità stessa della società di mettere in campo quell’aiuto solidale necessario e irrinunciabile per chi vive una condizione di estrema fragilità. L’assegno è un mezzo di sopravvivenza nel dolore.
Al di là degli aspetti tecnici relativi al sistema, che pure hanno un loro peso, e della quantità delle domande che le Asl devono esaminare, più di novemila, il problema dell’assegno di cura pone una questione più profonda: probabilmente l’approccio alla tutela della salute in Puglia va ripensato di sana pianta. Inutile girarci intorno. Dalle liste di attesa, al ricorso al privato, alla spesa in convenzione al di sopra della media nazionale, a dirlo sono vari indicatori. In quest’ottica, l’annullamento da parte del Tar delle delibere sulle dotazioni organiche dei medici lancia un messaggio chiaro: i vincoli economici benché importanti, non possono prevaricare sul diritto alla salute del cittadino.