Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Così i bracconieri a Lama Balice cacciano cinghiali
Esche nei varchi della recinzione che circonda il parco. Denuncia ai carabinieri
Ora ci sono le denunce. A Lama Balice, polmone verde alla periferia nord della città, alcuni bracconieri si sono messi in proprio per cacciare cinghiali e poi rivendere illegalmente la carne macellata. Nella foto una delle postazioni create.
Per fronteggiare l’emergenza cinghiali il sindaco Antonio Decaro ha annunciato qualche giorno fa che a breve partirà la cattura degli animali e il loro trasferimento in una struttura in grado di ospitarli in sicurezza in provincia di Foggia. Sulle operazioni, che dovrebbero finalmente evitare che gli ungulati circolino liberamente fra le abitazioni del quartiere San Paolo, vige il più stretto riserbo.
Nel frattempo, però, nel Parco Regionale di Lama Balice, dove i cinghiali sono arrivati qualche anno fa dall’Alta Murgia, ci sarebbe già chi si sta occupando di ridurne il numero. In modo, però, del tutto illegale. Nella lama fra Bari e Bitonto sarebbero in azione bande di bracconieri. A testimoniarlo c’è il ritrovamento, negli ultimi mesi e a più riprese, di trappole realizzate con aste di metallo e filo di ferro, cartucce di fucile e persino un capanno per la caccia.
L’aspetto forse più inquietante è che molte di queste trappole sono state trovate nei pressi di numerosi varchi aperti nella recinzione metallica che circonda il Parco. Un modo per attirare i cinghiali e catturarli più facilmente, ma che evidentemente consente anche agli animali di uscire dall’area protetta in cerca di cibo e di arrivare nelle zone abitate.
Dopo aver individuato i buchi nelle recinzioni e alcune trappole Giuseppe Catalano, attivista del gruppo Bari Revolution, ha presentato una denuncia ai Carabinieri Forestali che (ma anche su questo non arrivano conferme né smentite) starebbero indagando. Il sospetto è che gli animali, uccisi o in alcuni casi addirittura catturati ancora vivi soprattutto se cuccioli, vengano poi macellati clandestinamente. Difficile capire a quel punto che fine possa fare la carne. Per evitare questa pratica illegale e rischiosa, ma anche per limitare la presenza dei cinghiali in zone in cui ormai la situazione è diventata non solo dannosa per le colture ma anche potenzialmente pericolosa per gli automobilisti e in genere per l’uomo, sono state presentate anche due proposte di legge da parte di Forza Italia e Pd in Consiglio regionale soprattutto per contenere l’espansione demografica della specie.
L’iter però procede a rilento, mentre i cinghiali si moltiplicano a vista d’occhio. An«Noi che dal Parco dell’Alta Murgia, nei mesi scorsi, è arrivato un ulteriore appello a risolvere la situazione. Il vicepresidente dell’ente, Cesareo Troia, ha chiesto misure straordinarie e soprattutto un coinvolgimento istituzionale ampio. siamo sempre stati in prima linea in questa battaglia – ha dichiarato - Abbiamo messo a punto ed attuato un nostro Piano di Gestione della specie che stiamo aggiornando con nuove strategie di contenimento. In questi anni abbiamo definito e attuato, e stiamo tuttora attuando, dopo averlo concordato con l’Ispra (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale) un piano triennale di catture, traslocamento e macellazione dei cinghiali in aziende venatorie del centro Italia. Abbiamo anche dovuto superare, sul punto, una serie di difficoltà legate a regole sanitarie, tracciabilità delle carni e così via, insomma siamo un riferimento almeno in Puglia. Ora però dobbiamo continuare ad affrontare questa emergenza, ma siamo sempre soli. Perché fuori del perimetro del Parco non ha fatto niente nessuno ed occorre invece un coinvolgimento maggiore. Il problema - conclude è ormai diffuso, ma gli altri Enti non hanno adottato alcuna strategia di contenimento».
Strategie che, come spiega Antonio Nicoletti, responsabile Aree Protette di Legambiente, in zone come Maiella e la Maremma stanno portando risultati. «Ma occorre prevedere uno stock di interventi continuativi nel tempo».
Macellati di nascosto
Il sospetto è che gli animali, uccisi o catturati vivi, vengano macellati clandestinamente