Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

De Bortoli, il suo libro e i nuovi slanci di Emiliano per un’intesa con i 5 Stelle

- Di Lucia Del Vecchio

Il presidente della giunta regionale pugliese, Michele Emiliano, è in una fase attendista. Non ci sarà alcun rimpasto di giunta prima della definizion­e del quadro politico nazionale. Il governator­e attende che «il quadro sia chiaro. La Puglia è una grande regione, non un piccolo Comune dove il sindaco fa quello che gli pare. La prudenza mi induce a qualche altra settimana di attesa».

Con buona pace di chi, all’interno del Pd ma anche della coalizione di centrosini­stra che, lo invita ad accelerare. L’occasione è la presentazi­one a Bari del libro di Ferruccio de Bortoli, editoriali­sta ed ex direttore del Corriere della Sera, dal titolo evocativo, Poteri forti ( o quasi) Memorie di oltre quarant’anni di giornalism­o.

Emiliano, dunque, attende. Anche la «probabile procedura di archiviazi­one di procedure giudiziari­e che - si augura - arrivi al più presto possibile». Il riferiment­o è all’ex assessore Gianni Giannini che il governator­e vorrebbe riportare nella sua giunta al momento orfana di ben tre assessori, tra cui due indagati (oltre a Giannini, Filippo Caracciolo) e un altro, Michele Mazzarano, dimessosi in attesa di chiarire una vicenda di presunto voto di scambio da cui si dichiara estraneo. Ci sono anche attese di «natura politicasp­iega il presidente - il Pd è diviso al suo interno, nonostante il documento che ho molto apprezzato. Mi chiede di scegliere un assessore di area renziana o post renziana. Purtroppo, tra di loro non sono tutti d’accordo. Voglio evitaredic­e- che la mia scelta possa indebolire anziché rafforzare l’amministra­zione».

Emiliano prende le distanze dai «tatticismi che provocano disappunto nei confronti della politica» e affonda: «Il Partito democratic­o è in grandissim­o affanno. In Puglia, ma anche nel Paese. Temo una débâcle alle prossime amministra­tive». In Puglia il segretario regionale, Marco Lacarra, dopo il flop delle politiche, dice che non si dimette. «Spero che sappia quello che fa», sottolinea Emiliano, che conclude riferendos­i all’ex premier, Matteo Renzi. «L’atteggiame­nto immobile del Pd comincia a trovare una sua giustifica­zione. Se il segretario Martina fosse disponibil­e ad un governo su alcuni punti programmat­ici, avremmo svolto con dignità il nostro compito. Non possiamo lasciare i 5 Stelle a Salvini».

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Un momento dell’incontro
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