Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Mitiche anche sullo schermo Auto come star del cinema
Dalla DeLoren di “Ritorno al futuro” all’Aurelia B24 de “Il sorpasso” le tante vetture diventate ricercatissime dopo l’uscita di film famosi
Sul grande schermo le automobili hanno avuto ruoli importanti. A da protagoniste, come nel caso della DeLorean “Ritorno al futuro”. Questa vettura, infatti, è diventato un simbolo universale per tutti gli appassionati della saga di Robert Zemeckis. Con le sue portiere ad ala di gabbiano e la carrozzeria - disegnata da Giorgetto Giugiaro - in acciaio inossidabile non verniciato, interpreta la macchina del tempo più famosa della storia. Nella pellicola l’automobile viene inventata dallo strambo scienziato Doc e permette allo studente Marty McFly di spostarsi indietro e in avanti nel tempo. L’auto vendette appena 9.200 esemplari. L’aspetto era spettacolare, ma le prestazioni pessime, che unite a un costo molto elevato non fecero mai decollare le vendite. Oggi, invece, oltre tremila appassionati della trilogia hanno già prenotato la riedizione della macchina del tempo che, si dice, sarà in vendita al prezzo esorbitante di 100 mila dollari.
Passando a un capolavoro del cinema italiano, ma restando in tema di viaggi nel tempo, occorre menzionare la Fiat Ritmo Cabrio Bertone Palinuro di “Non ci resta che piangere”, pellicola di Massimo Troisi e Roberto Benigni del 1984. I due personaggi del film, dopo una lunga sosta a un passaggio a livello e un guasto alla vettura, si ritrovano a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento. Nel film non è chiaro quale sia la causa del loro salto all’indietro nel tempo fino al 1492: il temporale, la stradina sconosciuta? Tutto ugualmente improbabile. E allora, perché non credere alla versione della Ritmo come macchina del tempo?
Tornando al 1962, non si può non menzionare la Lancia Aurelia B24 de “Il sorpasso”, capolavoro di Dino Risi. Il film rimane, infatti, uno degli affreschi cinematografici più rappresentativi dell’Italia del benessere e del miracolo economico di quegli anni. Alla guida della Lancia c’è Vittorio Gassman nei panni di Bruno Cortona, quarantaduenne vigoroso ma nullafacente e cialtrone, amante della guida sportiva e delle belle donne. E anche in questo film l’automobile ha un ruolo molto importante come strumento di deriva e di fuga dalla realtà. La scelta della Lancia Aurelia non fu casuale: la macchina, infatti, era uscita dalle officine nel 1956 e rappresentava allora il prototipo di un’idea di eleganza e raffinatezza, ma ben presto si trasformò nell’ideale dell’automobile aggressiva, prepotente, truccata nel motore e negli allestimenti, tra cui il famosissimo clacson tritonale.
Classico esempio di “combination car” è la Cadillac Miller-Meteor Combo del 1959 dei “Ghostbusters”, i celebri acchiappafantasmi. Si tratta di un’automobile costruita su un telaio allungato, adattata per entrare in servizio come ambulanza, limousine o carro funebre. E negli Stati Uniti, queste vetture erano delle Cadillac. La Ectomobile deriva da un’ambulanza mixata con un carro funebre e per questo motivo appare la dicitura “combo” nel nome. Nel film viene acquistata da Ray per soli 4.800 dollari, anche se c’era da «sistemare le sospensioni, la frizione, l’impianto elettrico, la trasmissione, lo sterzo...». Un vero affare.