Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Corsa alla 104, piovono permessi
In media mille in più ogni anno. Superata quota 15 mila, la Puglia sorpassa la Sicilia
Boom di richieste e autorizzazioni, in Puglia, per ottenere i permessi - concessi dalla legge 104 - per assistere parenti gravemente malati o portatori di handicap. Nel 2016 sono stati in quasi 17 mila ad usufruirne, dopo che nel 2012 se ne erano registrati 12.386. Un incremento che, in media, si avvicina a mille permessi accordati in più all’anno. Nelle aziende pubbliche, le maggiori richieste si riscontrano nelle Asl.
I lavoratori pugliesi che BARI usufruiscono dei permessi concessi dalla ormai famosa legge 104 del 1992 sono in spaventoso aumento. Ma, almeno fino ad ora, gli scandali che hanno colpito molte altre regioni d’Italia sembrano non intaccare la Puglia.
I dipendenti (privati ma soprattutto pubblici) che hanno chiesto e ottenuto i benefici previsti dalla norma, perché disabili o per assistere parenti gravemente malati o portatori di handicap, sono arrivati a quasi 17.000 nel 2016 (per la precisione 16.946, due terzi dei quali uomini). Nel 2012 invece erano, complessivamente, 12.386. Secondo le cifre elaborate dalla banca dati dell’Inps (l’ente che copre le spese) la crescita è stata costante – circa un migliaio di unità all’anno - soprattutto per coloro che chiedono di assistere un familiare. E il numero, anche se i dati non sono ancora disponibili, è destinato a gonfiarsi ancora, perché dal 2017 l’Inps ha esteso la possibilità di godere dei permessi anche ai membri di una unione civile e ai conviventi di fatto.
Il trend è simile a quello delle altre grandi regioni del Sud: in Puglia gli aventi diritto sono poco meno della Campania e addirittura un migliaio in più rispetto alla Sicilia. Nell’isola il governatore Nello Musumeci ha denunciato lo scandalo dei dipendenti regionali che si sono fatti adottare dai vicini malati pur di strappare i tre giorni di permesso che possono essere concessi dalla legge; da queste parti, invece, sembrano non esserci i “furbetti” segnalati altrove: nessuno avrebbe usufruito dei permessi per andare in vacanza all’estero o a giocare a calcetto. O se lo ha fatto è stato
Le Asl Boom di autorizzazioni nelle aziende sanitarie locali pugliesi: concessi 6.000 permessi
bravo a nasconderlo.
Dal comando regionale della guardia di finanza confermano che non c’è alcuna indagine in corso. Non ci sono segnalazioni, se non di casi sporadici. E anche l’inchiesta più importante in Puglia, che vedeva coinvolti nove autisti dell’Amtab di Bari accusati di aver usufruito indebitamente dei permessi, si è conclusa due anni fa con il proscioglimento di otto dei nove imputati.
La situazione sembra assolutamente sotto controllo anche nell’ente pubblico più importante, ossia la Regione Puglia. Su 3.032 dipendenti, secondo i dati forniti dall’ufficio del personale, sono 70 i beneficiari diretti e ben 400 invece coloro che usufruiscono della legge per assistere genitori, coniuge o altri parenti e affini al massimo entro il terzo grado. Si tratta del 15,5%, non molti di meno in realtà del 18% dei dipendenti della Regione Sicilia (dove però sono 13.000 coloro che lavorano per l’ente) che ha fatto infuriare Musumeci, ma due punti percentuali in più della media nazionale.
Da via Capruzzi e da lungomare Nazario Sauro non arriva però alcuna lamentela: «Dopo l’uscita del presidente Musumeci in effetti abbiamo effettuato una prima verifica conferma l’assessore regionale con delega al Personale Antonio Nunziante - e non abbiamo riscontrato nessun problema». Qualche problema in più sembra esserci invece nel settore sanitario: nelle Asl pugliesi, compreso il Policlinico, sono circa 6.000 coloro che usufruiscono della 104, oltre il 19%. E soprattutto nei mesi estivi le emergenze si fanno sentire. Del resto per i dipendenti pubblici che vogliano beneficiare delle agevolazioni previste dalla legge l’iter è semplificato: è necessario che le domande, presentate sotto forma di autocertificazione, siano esaminate dai dirigenti dell’amministrazione di riferimento.
Procedura più complessa, invece, per il settore privato: qui è necessario che la disabilità risulti da un apposito verbale compilato a cura dell’Inps su domanda dell’interessato e in seguito ad una visita medica di verifica. Si capisce dunque come mai nel settore privato i beneficiari siano in media circa il 3% del totale di tutti i dipendenti. Mentre, come visto, le cifre sono ben diverse per il settore pubblico.