Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Xylella, area infetta più vasta Emiliano: «L’Ue si sbaglia»
Xylella, l’area della quarantena cresce fino a Monopoli e Ginosa Polemiche in Consiglio regionale. Presto un documento unitario
Il comitato per la salute delle piante ha approvato la proposta della Commissione europea di estendere l’attuale area di quarantena per la Xylella. La zona infetta è stata quindi allargata per un raggio di ulteriori venti chilometri a nord della Puglia: da una parte in direzione Monopoli e dall’altra verso Ginosa. L’Italia ha votato contro la proposta e il governatore Michele Emiliano promette battaglia. Il presidente della Regione chiama in causa il governo nazionale a cui chiede un decreto per poter procedere con le eradicazioni.
Michele Emiliano Dobbiamo essere compatti affinché il governo si decida subito a fare un decreto che consenta alla Puglia di procedere con i tagli
Nino Marmo L’assessore regionale all’agricoltura dovrebbe dimettersi al più presto per chiare responsabilità politiche su ritardi e precise omissioni
Leo Di Gioia Stiamo consegnando un pezzo del nostro territorio alla morte La Regione si sta impegnando per evitare concretamente il flagello
Tanto tuonò che piovve. Il Comitato Ue per la salute delle piante approva la proposta della Commissione Ue di estendere l’attuale area di quarantena per la Xylella in Puglia di circa 20 chilometri verso il nord della regione. Quindi verso Monopoli, in provincia di Bari da una parte, e Ginosa, in quella di Taranto, dall’altra. La notizia arriva, peraltro attesa, mentre il Consiglio regionale discute in una seduta monotematica richiesta dal consigliere Mario Pendinelli (Nsp) lo stato dell’arte sull’azione di contrasto alla batteriosi che sta falcidiando gli ulivi pugliesi e in particolare salentini, arrecando gravi danni ad un settore strategico come quello olivicolo.
L’Italia ha votato contro la proposta della Commissione Ue di allargare la zona rossa.
©sRIPRODUZIiONE astenuta. Il presidente della giunta regionale pugliese, Michele Emiliano promette battaglia, mette sotto accusa il governo nazionale e chiama al fronte comune maggioranza e opposizione citando Sciascia. «Decidiamo a quale categoria vogliamo appartenere, agli omini, omimaggioranza, nicchi, piglianculo o quaquaraquà», avverte. E continua: «Dobbiamo essere uniti perché il governo si decida a fare un decreto che consenta alla Puglia di procedere, una volta individuati gli alberi infetti, all’immediato abbattimento senza che possano esservi motivi ostativi. Cosa - spiega il presidente - che non è stato possibile fare sinora perché di fatto le normative ordinarie dello Stato impediscono di fare ciò che lo stesso Stato chiede». Emiliano si riferisce anche ai ricorsi al Tar che, a suo dire, «hanno impedito di abbattere gli alberi nella zona a più alta incidenza di alberi infettil’86% - cioè che quella di Francavilla Fontana e Oria». Il fuoco di fila aperto dalle minoranze che lo accusano di «atteggiamento ondivago» e di aver «cavalcato la protesta oltre che teorie antiscientifiche che hanno prodotto il disastro attuale», accuse che le mette praticamente d’accordo tutte, non basta a far desistere il presidente della giunta. Che alla fine ottiene, dietro la mediazione del presidente del Consiglio, Mario Loizzo, di rinviare il voto di 4 ordini del giorno presentati da M5S, centrodestra e dal consigliere di Sinistra italiana, Cosimo Borraccino. La settimana prossima, mente gli ispettori Ue in Puglia dal 28 al 2 giugno si renderanno conto della situazione, il Consiglio regionale tenterà una sintesi. Se non si raggiunge, ciascuno farà per sé.
«Stiamo consegnando un pezzo di Puglia alla morte», commenta subito in aula l’assessore regionale all’agricoltura, Leonardo Di Gioia, impegnato a difendere con una relazione l’impegno della sua amministrazione a fermare il flagello, a partire dalle risorse economiche impegnate sul Psr, con circa 60 milioni di euro. Il capogruppo di Forza Italia, Nino Marmo, è l’unico nella minoranza a chiederne le dimissioni per «chiare responsabilità politiche su ritardi e omissioni». Adesso, secondo il direttore dipartimento dell’assessorato all’agricoltura della Regione, Gianluca Nardone, la palla passa al Commissario Ue. «Dalla votazione - dice Nardone - alla effettiva decisione passeranno circa due mesi. Il governo italiano ha il tempo di opporsi in tutte le sedi, anche perché noi in quei 20 chilometri ci siamo passati per due anni e su 150 mila piante, ne abbiamo trovate solo 3 mila infette». La soluzione? «Continuare con i monitoraggi e abbattere solo le piante infette, velocizzando l’iter», conclude. Intanto, Emiliano esulta per l’approvazione da parte della giunta regionale, del regolamento attuativo della legge regionale sulla Partecipazione.