Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bari, tempo (quasi) scaduto Ma Giancaspro prepara il ricorso
Il calcio in crisi L’imprenditore incontra il suo avvocato a Bologna
Alle 19 di lunedì scade il termine per presentare ricorso contro la mancata iscrizione alla serie B e procedere con la ricapitalizzazione: in caso contrario per il Bari sarà fallimento e si dovrà ricominciare dalla D. Il presidente Cosmo Giancaspro si gioca l‘ultima carta: ieri ha incontrato a Bologna il suo avvocato Mattia Grassani e si è poi spostato a Roma. E anche il sindaco Decaro lavora per una soluzione in extremis, che però pare lontana.
Sul tavolo da poker dell’aumento di capitale del Bari, il disperato all-in di Cosmo Antonio Giancaspro si concluderà lunedì alle 19 (termine fissato per il ricorso contro l’esclusione del club dalla serie B). L’imprenditore molfettese avrebbe bisogno di 3 milioni per salvare la società dal crac. E l’esistenza delle risorse economiche è presupposto del ricorso: le somme, infatti, devono essere accreditate sul conto corrente del Bari (presso la Banca Popolare di Bari) con valuta 16 luglio. Sempre nella stessa data devono essere stati pagati i contributi ancora pendenti per oltre 1 milione e ripresentata una nuova fideiussione per l’iscrizione (da 800 mila euro).
Giancaspro, ieri alle 19, ha incontrato a Bologna l’avvocato Mattia Grassani per affrontare la questione ricorso dopo l’addio al club dell’altro legale di fiducia Francesco Biga (le dimissioni riguardano il ruolo di consigliere d’amministrazione). L’obiettivo è di non mollare. Tanto che Grassani prima dell’incontro dice: «Non so ancora cosa mi vorrà dire Giancaspro, non so la reale situazione del Bari e non so se accetterò l’incarico. Mi ha chiesto un incontro».
A quanto pare Giancaspro nelle ultime ore utili sarebbe in contatto con un altro gruppo imprenditoriale che sta verificando la possibilità di finanziare la cifra necessaria. Dopo l’incontro a Bologna, il presidente è andato a Roma per fare il punto con l’ipotetico acquirente.
Tuttavia, si pensa anche al peggio. Il dissesto societario, nonostante costituisca la parola fine alle speranze di partecipare alla serie B, è pur sempre un’eventualità che potrebbe avverarsi. Già lunedì sera il sindaco Antonio Decaro — che anche ieri ha lavorato per trovare una soluzione — si troverà ad affrontare scelte importanti. Se Giancaspro, verificata l’impossibilità di reperire liquidità, dovesse rassegnarsi al fallimento, la palla passerà al sindaco che dovrà risolvere la crisi.
Tra le prime opzioni c’è quella di tentare di spuntare almeno un posto in un campionato professionistico: ovvero la Lega Pro. Già due giorni fa una delegazione dei tifosi dei Bari Club si è recata da Decaro per chiedere di farsi garante di un’operazione che porti i biancorossi proprio in Lega Pro. Alle porte c’è il Bisceglie guidato da Nicola Canonico (ex vicepresidente dell’Acquedotto Pugliese ed ex consigliere regionale del Pd) che avrebbe tutto l’interesse a sbarcare al San Nicola. «Sì, i tifosi mi hanno fatto questa proposta — dice Decaro —, ma vedremo come andrà a finire la vicenda ricapitalizzazione di lunedì».
C’è il caso del Vicenza che il 5 luglio scorso (secondo gli articoli 17 e 18 del Noif) è stato autorizzato a a proseguire con un cambio di denominazione sociale sfruttando il titolo del «Bassano Virtus 55 Soccer Team spa»: la nuova società si chiamerà «L.R. Vicenza Virtus spa». Sul piatto delle eventualità c’è anche l’articolo 20 del Noif che analizza i casi di fusioni, scissioni e conferimenti d’azienda. «Le domande relative a operazioni di scissione o conferimento d’azienda in ambito professionistico — è scritto al terzo comma — possono essere presentate anche oltre il limite (del 15 luglio, ndr)». Qualora non dovesse andare in porto l’operazione Lega Pro, l’alternativa è quella di ripartire dalla dilettanti della Serie D. Anche su questa strada gli ostacoli non sarebbero pochi. Il Comune dovrebbe avviare un avviso per raccogliere le disponibilità di imprenditori disposti a dare via a un club dilettantistico. Ci sarebbe da costituire una cordata per rifondare un club che in quattro anni ha registrato due salvataggi e si ritrova sull’orlo del crac. Ma il Bari fuori dal calcio professionistico non è solamente un colpo all’immagine sportiva della città. Senza calcio c’è anche un peso economico da sopportare. È quello legato allo stadio San Nicola i cui costi di manutenzione e gestione ricadrebbero quasi totalmente sulle casse comunali. Far partire un club dalla serie D significa non poter caricare la squadra di oneri eccessivi per lo stadio. Basti pensare che il bilancio complessivo del Potenza (promosso ad aprile scorso in Lega Pro) ha costi pari a più di un milione. Nel contratto tra Comune e Bari la concessione del San Nicola prevede per il club la manutenzione ordinaria e straordinaria.
In Emilia
Il patron del Bari ha incontrato l’avvocato Grassani dopo l’addio al club di Francesco Biga
Le opzioni
Se gli ultimi tentativi dovessero fallire, due le opzioni tecniche: Lega Pro o serie D