Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Altamura, dalla lenticchia l’integratore proteico per chi ha carenza di ferro
Grazie al progetto Altis sviluppato da Farmalabor con la collaborazione dell’università e del “De Bellis”
Sarà presto in commercio un drink a base di proteine nobili ottenute solo dalla lenticchia di Altamura Igp destinato a sportivi, anziani o pazienti che necessitano di integrazione nutrizionale per aumentato fabbisogno o ridotto apporto proteico con la dieta.
L’integratore nasce dal progetto Altis, sostenuto dal bando regionale InnoNetwork 2017 (che finanzia, con il Por Puglia Fesr-Fse 2014-2020, i progetti di ricerca e sviluppo più innovativi per specifiche aree tematiche) e realizzato da varie eccellenze pugliesi in ambito accademico (Dipartimenti Deto, Farmacia-Scienze del Farmaco e Disspa dell’Università di Bari) e medico (l’Ircss De Bellis di Castellana Grotte). Capofila del progetto, invece, è Farmalabor, azienda di Canosa (Bat) leader in Italia nella produzione e distribuzione di materie prime per uso farmaceutico, cosmetico e alimentare (fatturato 2017 circa 13 milioni, in crescita del 10% al 31 maggio scorso).
Convinta la commissione di InnoNetwork, lo scorso 17 maggio Altis è entrato nel vivo. Si è costituita, infatti, l’associazione temporanea di scopo e sono stati avviati ufficialmente i lavori, che consentiranno, mediante tecnologie innovative, di esaltare le proprietà chimico-fisiche della nostra pregiata materia prima per ottenere una formulazione ricca in proteine di elevata qualità, senza perdere le frazioni di fibre solubili e carboidrati.
La lenticchia di Altamura Igp, detta anche carne dei poveri perché ricca di ferro, per decenni, dagli anni ‘30 del secolo scorso, è stata un caposaldo dell’agroalimentare della Murgia e della fossa premurgiana (tra Puglia e Basilicata), da cui era esportata anche nel resto d’Europa e in Nord America. Dagli anni ‘70, invece, è lentamente scomparsa, per vari motivi, tra cui i premi dell’Ue che hanno privilegiato la monocoltura del grano duro. Finché l’ha rimessa in produzione il progetto Savegrainpuglia, coordinato dall’Ibbr-Cnr di Bari con il Parco dell’Alta Murgia e finanziato con fondi Ue. Quindi, è entrata nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali e, da novembre scorso, è stata iscritta nel registro europeo delle Indicazioni geografiche protette (Igp). La sua coltivazione, oggi, rifiorisce nel territorio della Murgia, in un’area estesa tra 19 comuni di Puglia e Basilicata, dal Materano alla Bat e alla Murgia barese, grazie anche al lavoro del Consorzio di tutela e valorizzazione della lenticchia di Altamura Igp, nato a gennaio 2017 e costituito da circa 140 agricoltori per promuovere qualità, tutela dell’ambiente, incremento produttivo e conoscenza del prodotto in Italia e all’estero. È anche merito del Consorzio se finora si sono raggiunti obiettivi importanti e se la superficie certificata dedicata alla coltivazione della Lens culinaris quest’anno ha superato i 1.200 ettari.
Con Altis, poi, la lenticchia altamurana compie un salto ulteriore, diventa materia prima per un’innovazione, per la quale Farmalabor si è già aggiudicata lo scorso dicembre (per il terzo anno consecutivo) anche il premio Imprese per l’innovazione, conferito da Confindustria alle nove imprese più innovative d’Italia. La giuria ha premiato Farmalabor anche per Nature, altro progetto realizzato in partnership con l’Università di Bari (ma anche con la startup Aferetica Srl, l’Università del Salento e il Cnr-Ispa di Lecce) e nato per sviluppare e validare a livello clinico un integratore alimentare innovativo per il trattamento della malattia renale cronica.
Il progetto di ricerca e sviluppo Altis, dunque, a breve si concretizzerà in un integratore alimentare che andrà a rimpinguare il catalogo Naturlabor dell’azienda canosina, che conta oltre 40 prodotti, tra cui anche l’integratore del progetto Nature, tutti nati nel centro studi e ricerche Farmalabor e concepiti con estratti vegetali di qualità e tipici del territorio pugliese.
A chi serve Destinato a sportivi, anziani o pazienti che necessitano di integrare la dieta
Quando
Ottimo in caso di aumentato fabbisogno o ridotto apporto proteico alimentare