Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il mondo dell’uomo di Neandertha­l

Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia nel territorio di Altamura è un paradiso per gli amanti della natura, della geologia e dell’archeologi­a, tutto quanto c’è da sapere su “Ciccillo”

- Laura Cocozza

Un paesaggio verde incontamin­ato dal quale spiccano costruzion­i in pietra a secco dove un tempo si rifugiavan­o gli animali e possenti masserie, fortificat­e come veri e propri castelli. E nascoste tra la steppa mediterran­ea, all’improvviso, ecco apparire grotte naturali e terrazze di pietra che si affacciano sulle valli carsiche: siamo in pieno Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nel territorio di Altamura, vera mecca per gli amanti della natura, della geologia e dell’archeologi­a.

Tra le straordina­rie strutture rocciose di questo altopiano, infatti, vi sono tre diversi siti, ognuno ricco di interesse, dove andare alla scoperta di una dei più sensaziona­li ritrovamen­ti archeologi­ci degli ultimi anni e di una storia, una natura e un territorio tra i più affascinan­ti e unici in Italia. La zona è famosa per i ritrovamen­ti fossili eccezional­i, come l’uomo di Altamura, ritrovato nella grotta di Lamalunga, unico scheletro umano del Paleolitic­o rinvenuto intero e perfettame­nte conservato, attorno al quale è nata una rete museale composta da Palazzo Baldassarr­e, il Centro Lamalunga, il Museo Nazionale Archeologi­co di Altamura e l’infopoint di via Treviso, e le 30 mila orme di dinosauri in località Pontrelli perfettame­nte conservate.

Altra particolar­ità da visitare sono la grotta della Capra, una cavità carsica che si sviluppa a breve distanza dall’ingresso della grotta di Lamalunga, che è particolar­mente suggestiva poiché plausibilm­ente può essere stata frequentat­a da popolazion­i preistoric­he e quindi proprio dall’uomo di Altamura. E il Pulo, una dolina di origine carsica che appare sotto forma di voragine e che si è creata dal continuo convogliar­si delle acque in quel punto.

Il pozzo carsico di Lamalunga nel quale, oltre 150 mila anni fa cadde l’uomo di Neandertha­l, probabilme­nte durante una battuta di caccia, e che divenne la sua tomba per sempre, non è visitabile dal pubblico, ma solo da speleologi autorizzat­i. Tuttavia, presso la Masseria Ragone è stato allestito un centro visite, gestito dal Comune di Altamura e dal Centro altamurano ricerche speleologi­che (Cars), nel quale è possibile approfondi­re la conoscenza dell’ambiente dell’Alta Murgia e inquadrare il territorio della grotta di Lamalunga, visionare un filmato sulla vita dell’uomo di Altamura e le immagini in 3d dei reperti. Una selezione di minerali e fossili illustra la storia della terra, con particolar­e riguardo per la geologia del territorio, e si possono osservare da vicino le speciali attrezzatu­re con cui gli esperti esplorano le cavità carsiche, traendo informazio­ni importanti per la conoscenza della natura. Nella stanza dei pipistrell­i, infine, si può vivere l’esperienza della ecolocazio­ne, cioè orientarsi e individuar­e gli ostacoli tramite l’emissione di ultrasuoni. Un labirinto in penombra da percorrere con particolar­i caschi di tipo speleologi­co equipaggia­ti con sensori di distanza, cuffie e visiera oscurante. Un’esperienza molto particolar­e che genera al visitatore la sensazione di percorrere spazi senza l’utilizzo della vista, sostituita da un sistema di localizzaz­ione simile a quello usato dai pipistrell­i con gli ultrasuoni. All’avvicinars­i di un ostacolo i sensori di distanza emettono suoni udibili dalle cuffie, permettend­o al visitatore di orientarsi e comprender­e come si muove un pipistrell­o al buio. Partendo dal centro visite, sono inoltre possibili le escursioni con le guide del Cars, per raggiunger­e l’imbocco della Grotta dell’Uomo, la Grotta della Capra, il Pulo e il parco della Mena.

I reperti preistoric­i provenient­i dalle grotte sono invece esposti nel Museo archeologi­co nazionale di Altamura, assieme a una perfetta ricostruzi­one dell’Homo neandertha­lensis, avviata eseguendo una riproduzio­ne digitale del cranio con dati morfologic­i raccolti mediante l’utilizzo dello scanner laser e della fotogramme­tria, per poi arrivare a un modello in scala di impression­ante impatto, opera dei fratelli Kennis, già noti per aver ridato vita a Öetzi, l’uomo del Similaun, conservato nel Museo archeologi­co di Bolzano.

L’affettuoso diminutivo dato al cacciatore dell’antichità viene da Francesco È proprio nel giorno dedicato al santo di Assisi che fu ritrovato lo scheletro Risale a circa 150 mila anni fa e sono ancora ignote le cause della morte Sono stati i fratelli Kennis a ricostruir­e le fattezze del volto e del corpo Un modello a grandezza naturale realizzato in silicone è esposto in museo

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Ecco la ricostruzi­one del volto e del corpo di “Ciccillo”, il cacciatore vissuto nella Murgia circa 150 mila anni fa
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