Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il mondo dell’uomo di Neanderthal
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia nel territorio di Altamura è un paradiso per gli amanti della natura, della geologia e dell’archeologia, tutto quanto c’è da sapere su “Ciccillo”
Un paesaggio verde incontaminato dal quale spiccano costruzioni in pietra a secco dove un tempo si rifugiavano gli animali e possenti masserie, fortificate come veri e propri castelli. E nascoste tra la steppa mediterranea, all’improvviso, ecco apparire grotte naturali e terrazze di pietra che si affacciano sulle valli carsiche: siamo in pieno Parco Nazionale dell’Alta Murgia, nel territorio di Altamura, vera mecca per gli amanti della natura, della geologia e dell’archeologia.
Tra le straordinarie strutture rocciose di questo altopiano, infatti, vi sono tre diversi siti, ognuno ricco di interesse, dove andare alla scoperta di una dei più sensazionali ritrovamenti archeologici degli ultimi anni e di una storia, una natura e un territorio tra i più affascinanti e unici in Italia. La zona è famosa per i ritrovamenti fossili eccezionali, come l’uomo di Altamura, ritrovato nella grotta di Lamalunga, unico scheletro umano del Paleolitico rinvenuto intero e perfettamente conservato, attorno al quale è nata una rete museale composta da Palazzo Baldassarre, il Centro Lamalunga, il Museo Nazionale Archeologico di Altamura e l’infopoint di via Treviso, e le 30 mila orme di dinosauri in località Pontrelli perfettamente conservate.
Altra particolarità da visitare sono la grotta della Capra, una cavità carsica che si sviluppa a breve distanza dall’ingresso della grotta di Lamalunga, che è particolarmente suggestiva poiché plausibilmente può essere stata frequentata da popolazioni preistoriche e quindi proprio dall’uomo di Altamura. E il Pulo, una dolina di origine carsica che appare sotto forma di voragine e che si è creata dal continuo convogliarsi delle acque in quel punto.
Il pozzo carsico di Lamalunga nel quale, oltre 150 mila anni fa cadde l’uomo di Neanderthal, probabilmente durante una battuta di caccia, e che divenne la sua tomba per sempre, non è visitabile dal pubblico, ma solo da speleologi autorizzati. Tuttavia, presso la Masseria Ragone è stato allestito un centro visite, gestito dal Comune di Altamura e dal Centro altamurano ricerche speleologiche (Cars), nel quale è possibile approfondire la conoscenza dell’ambiente dell’Alta Murgia e inquadrare il territorio della grotta di Lamalunga, visionare un filmato sulla vita dell’uomo di Altamura e le immagini in 3d dei reperti. Una selezione di minerali e fossili illustra la storia della terra, con particolare riguardo per la geologia del territorio, e si possono osservare da vicino le speciali attrezzature con cui gli esperti esplorano le cavità carsiche, traendo informazioni importanti per la conoscenza della natura. Nella stanza dei pipistrelli, infine, si può vivere l’esperienza della ecolocazione, cioè orientarsi e individuare gli ostacoli tramite l’emissione di ultrasuoni. Un labirinto in penombra da percorrere con particolari caschi di tipo speleologico equipaggiati con sensori di distanza, cuffie e visiera oscurante. Un’esperienza molto particolare che genera al visitatore la sensazione di percorrere spazi senza l’utilizzo della vista, sostituita da un sistema di localizzazione simile a quello usato dai pipistrelli con gli ultrasuoni. All’avvicinarsi di un ostacolo i sensori di distanza emettono suoni udibili dalle cuffie, permettendo al visitatore di orientarsi e comprendere come si muove un pipistrello al buio. Partendo dal centro visite, sono inoltre possibili le escursioni con le guide del Cars, per raggiungere l’imbocco della Grotta dell’Uomo, la Grotta della Capra, il Pulo e il parco della Mena.
I reperti preistorici provenienti dalle grotte sono invece esposti nel Museo archeologico nazionale di Altamura, assieme a una perfetta ricostruzione dell’Homo neanderthalensis, avviata eseguendo una riproduzione digitale del cranio con dati morfologici raccolti mediante l’utilizzo dello scanner laser e della fotogrammetria, per poi arrivare a un modello in scala di impressionante impatto, opera dei fratelli Kennis, già noti per aver ridato vita a Öetzi, l’uomo del Similaun, conservato nel Museo archeologico di Bolzano.
L’affettuoso diminutivo dato al cacciatore dell’antichità viene da Francesco È proprio nel giorno dedicato al santo di Assisi che fu ritrovato lo scheletro Risale a circa 150 mila anni fa e sono ancora ignote le cause della morte Sono stati i fratelli Kennis a ricostruire le fattezze del volto e del corpo Un modello a grandezza naturale realizzato in silicone è esposto in museo