Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Rata già a gennaio Tassa sui rifiuti, rivoluzion­e in vista

Comune Il piano scatterà dal 2019. Debiti, pagamenti rapidi

- di Serena Russo

Il Comune di Bari ha pronto un piano per migliorare il sistema di riscossion­e delle tasse. Sulla Tari, dal 2019, il pagamento della prima rata sarà anticipato a gennaio. Ma le opposizion­i puntano a bloccare tutto.

La scadenza della seconda rata della tassa sui rifiuti, la Tari, è imminente: parliamo del 31 luglio. Eppure, tantissimi cittadini baresi ancora attendono di trovare nella propria cassetta della posta l’avviso di pagamento della prima tranche, il cui versamento doveva essere effettuato entro e non oltre la fine di maggio. Un ritardo ormai consuetudi­nario. Non è la prima volta infatti che accade. Ma alla solita rassicuraz­ione dell’amministra­zione comunale, che tranquilli­zza i contribuen­ti sul fatto che non dovranno pagare alcuna mora, si aggiungono questa volta le polemiche delle opposizion­i a Palazzo di Città. Il ritardo crea la sponda perfetta alla battaglia che si sta preparando sul regolament­o relativo alla definizion­e agevolata delle controvers­ie tributarie.

Un passo indietro. Iscritta all’ordine del giorno del Consiglio comunale da mesi, la delibera appena menzionata contiene importanti modifiche sulle modalità di pagamento dei tributi. La prima attiene ai tempi. Dal prossimo anno, l’avviso di pagamento della prima rata Tari potrebbe arrivare già a gennaio. Ecco spiegato l’assist alla polemica politica: «E sempre più schizofren­ica l’azione amministra­tiva del sindaco e dei suoi assessori – dichiara il capogruppo di Impegno civile Giuseppe Carrieri - ne é esempio il ritardo nell’invio dei bollettini della Tari che a oggi non risultano pervenuti ai cittadini. E per converso la proposta di anticipare addirittur­a a gennaio i pagamenti della Tari 2019». Una proposta inaccettab­ile, per il consiglier­e, secondo cui in questo modo si sottrarreb­be anzitempo all’economia cittadina un cospicuo flusso di denaro. Tuttavia Alessandro d’Adamo, assessore comunale al Bilancio, prova a spiegarne la ratio: «Solitament­e il primo avviso di pagamento è inviato dopo l’approvazio­ne del Pef, in cui sono stabilite le tariffe, che avviene tra maggio e giugno. Questo comporta uno slittament­o nell’invio delle cartelle con l’ultima in particolar­e che, cadendo a gennaio dell’anno successivo, crea residui attivi. Anticipand­o, invece, si svolgerebb­e tutto in maniera più regolare. Le cartelle sarebbero calcolate sulla base del Pef dell’anno precedente e in caso di successiva modifica delle tariffe si andrebbe a conguaglio».

Ma il vero terreno di scontro sarà la discussion­e sul numero di rate utilizzabi­li per estinguere i debiti tributari (tra i correttivi inseriti dopo i rilievi della Corte dei Conti sul rendiconto di gestione 2014, che parlavano di criticità nella capacità di riscossion­e). Cioè: Imu, Tari e Tasi. Fino ad ora quantifica­te in 120 rate (10 anni, quindi), diminuiran­no a 36 (3 anni). Insorgono le opposizion­i, secondo cui un cittadino avrebbe più difficoltà nel corrispond­ere la cifra in così poco tempo. E se la polemica tutta politica, infiamma gli animi, i 220 emendament­i già presentati dal consiglier­e Carrieri rischiano di bloccare definitiva­mente i lavori dell’aula. Sarebbe da imputare all’elevato numero di correttivi il ritardo nella discussion­e della delibera. Il tentativo, quello di ricomporre la questione prima del suo arrivo in aula. I consiglier­i Carrieri e Picaro chiedono l’innalzamen­to delle rate a 60.

L’assessore D’Adamo

Con il calcolo dell’anno precedente tutto si svolgerebb­e in modo più regolare

Ferma

Il solo Carrieri ha proposto 220 emendament­i. E la delibera non va in Aula

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