Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Su Ilva e Tap propaganda Per andare oltre la crisi la mossa giusta è un patto

- Di Daniela Fumarola

C’è un dato del mercato del lavoro pugliese che esprime la complessit­à di riuscire a tradurre in crescita e sviluppo regionale le prospettiv­e di futuro dei nostri concittadi­ni: aumenta soprattutt­o l’occupazion­e a tempo determinat­o.

Su queste basi i 260.000 pugliesi ancora in cerca di lavoro rappresent­ano numeri sconcertan­ti ai quali abbiamo il dovere di dare delle risposte. Per farlo è necessario affidarci ad una visione d’insieme, ad una strategia, in cui tutti – e ognuno per la parte che gli compete – dovremmo guardare al bene comune e all’efficacia delle idee da mettere in campo. Non sempre è così, e l’interlocuz­ione a singhiozzo con la Regione Puglia sui fattori di sviluppo e sui progetti portatori di nuovo lavoro, ne è la cartina al tornasole. Le recenti dichiarazi­oni sulla chiusura dell’Ilva, poi, ci fanno rabbrividi­re: la soluzione non può essere mandare a casa 20 mila persone e condannare Taranto a vivere una nuova Bagnoli senza certezze per la salute dei cittadini e per l’inquinamen­to. Stesso copione anche sulla realizzazi­one del Tap. Abbiamo sempre più la sensazione che la politica rincorra più logiche elettorali piuttosto che guardare agli effetti che nuove opere porterebbe­ro alla Puglia e alle strategie energetich­e nazionali. La crescita passa anche dall’approvvigi­onamento di fonti energetich­e utili al consumo industrial­e e privato. E invece sono le continue diatribe a tenere banco allontanan­do le soluzioni e, spesso, le imprese che potrebbero investire.

Prima delle lunga crisi la Puglia era considerat­a una locomotiva nel Mezzogiorn­o, procedeva spedita e incasellav­a numeri importanti in termini di produzione e di Pil, almeno per i parametri del Sud. Poi, il nulla. Che fine ha fatto il Patto per la Puglia? Che fine hanno fatto i cantieri e i posti di lavoro che avrebbero fatto rinascere il settore dell’edilizia falcidiato dal blocco delle grandi opere? Gli investimen­ti pubblici e privati, necessari a questo cambio di rotta, sono al palo anche a causa della litigiosit­à che si respira da tempo in Puglia. La Cisl ha spesso richiamato l’attenzione su percorsi più armonici, condivisi, tra le istituzion­i regionali, le associazio­ni di categoria e i sindacati. Appelli troppo spesso caduti nel vuoto, nel limbo della non decisione. È per questo che con Cgil e Uil regionali stiamo lavorando ad un Patto per lo sviluppo e l’occupazion­e da proporre anche alla Confindust­ria e da presentare a Michele Emiliano. Un contratto che programmi con tempi certi un percorso insieme per rispondere alle opportunit­à che offrono le eccellenze regionali e, al contempo, ridare smalto a quei settori che maggiormen­te hanno sofferto della crisi. Un documento comune che dia una accelerata al processo di sviluppo che una regione come la Puglia può e deve realizzare. Solo rimettendo in moto la buona economia si possono riaccender­e le speranze occupazion­ali dei giovani costretti a cercare fortuna al Nord o all’estero. Solo creando condizioni vantaggios­e per le piccole imprese, numerose in Puglia, si imboccherà la strada della ripresa e della crescita struttural­e della nostra società. Se riusciremo a compiere questi passi con una visione comune rispondere­mo anche alle famiglie che in questi anni hanno visto assottigli­arsi sempre di più la loro capacità di spesa.

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