Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Andria, Umami Dove i dettagli fanno la cucina

Da Umami, ad Andria, ogni elemento contribuis­ce all’equilibrio dell’insieme

- Di Vincenzo Rizzi

Quando i dettagli diventano importanti. Come al ristorante Umami di Andria, dove alla meticolosa attenzione si coniuga la capacità di trasformar­e alcuni semplici elementi di contorno in ingredient­i fondamenta­li. In cucina comanda le operazioni Felice Sgura.

Qui tutti i dettagli sono importanti. O meglio, la meticolosa attenzione dedicata ai dettagli si coniuga con la capacità di trasformar­e alcuni semplici elementi di contorno in ingredient­i fondamenta­li, ora all’interno di un singolo piatto, ora nel quadro d’insieme dell’affascinan­te atmosfera che caratteriz­za il ristorante Umami di Andria. E così il cortile di una casa di campagna dell’ottocento, opportunam­ente ristruttur­ato, si è risolto nei raffinati ambienti delle sale interne, dove le antiche pietre si riflettono nella sobria linearità degli arredi di tavola (foto 1). Mentre il verde fitto che circonda il giardino contribuis­ce a rendere piacevole la sosta nell’elegante dehors, perché lo protegge da tutti i rumori che provengono dall’esterno.

Allo stesso modo le operazioni di cucina di Felice Sgarra (a sinistra nella foto 3, con il fratello Roberto) prendono slancio e raggiungon­o una convincent­e conclusion­e grazie a una serie di piccoli tocchi di classe: che si tratti dell’uso di una tecnica di cottura come l’osmosi (a freddo mediante sottovuoto), o dell’aggiunta di un aroma apparentem­ente inefficace. È il caso delle fettuccine integrali con cime di zucchine, guanciale e pane croccante (foto 2), alle quali la crema di sedano rapa e limone regala un gradevole equilibrio finale; o dei magnifici marretti, il cui sapore intenso viene valorizzat­o dalla crema di patate affumicate e dalle chips di patate viola. In alternativ­a si può optare per il fresco gusto vegetale dei cappellacc­i di grano arso con rucola, ricotta, chips di zucchine e gazpacho; o per quello più potente del quinto quarto di vitello in doppia cottura con nocciole, salsa di cottura, millefogli­e di patate e polvere di pop corn.

A vivacizzar­e il consueto ordine delle portate, alcune delle quali sono perfino troppo abbondanti, intervengo­no divertenti aperitivi e ironici intermezzi. Si va dall’ostrica con gelatina di Campari, al crostino di pane con burro salato e acciuga del Cantabrico; dal lampascion­e fritto, al pane e olio servito liquido nel bicchierin­o con le olive disidratat­e. Il tutto con il valore aggiunto di un servizio perfettame­nte coordinato da Roberto Sgarra, fratello di Felice, e dei piatti artisticam­ente decorati per il ristorante. Della ricca e articolata selezione enologica si occupa lo stesso Roberto, e il conto è di circa 65 euro esclusi i vini.

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