Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bellanova: «Il ministro è delirante La città rischia»
«L’atteggiamento del ministro Luigi Di Maio sulla vicenda Ilva? Delirante. Gioca sulla pelle delle persone e dell’economia italiana. Soprattutto penalizza Taranto». Teresa Bellanova, viceministro del governo di centrosinistra che ha curato la procedura per la vendita del siderurgico, non ha dubbi: più che risolvere i mali occupazionali e ambientali della fabbrica si sta giocando una partita politica sulla pelle della comunità ionica.
Bellanova, Di Maio non annulla la gara che voi avete aggiudicato. Ma parla di illegittimità.
«Il ministro alimenta una partita che sembra accostarsi ai tanti avvoltoi che sperano nel fallimento dell’Ilva. Chissà, molti competitor di altri Paesi vorrebbero questo».
Si parla di mancanza di rilanci. Dell’offerta della cordata Acciaitalia (Arvedi, Leonardo Del Vecchio e Jindal) che il governatore Emiliano ha definito «la migliore».
«La solita malafede. Acciaitalia poteva ricorrere al Tar se riteneva di essere stata penalizzata. Com’è andata? La cordata si è sciolta».
E i numeri?
«Mittal ha previsto il pagamento di 1,8 miliardi con l’assunzione di 8.540 dipendenti (poi saliti a 10 mila) e un costo del lavoro pro-capite di 50 mila euro. Acciaitalia 1,2 miliardi, 8 mila dipendenti e un costo del lavoro pro-capite di 40 mila euro. Ma capisco che chi ha già difficoltà a far il proprio mestiere in Regione sia impacciato a interpretare i piani industriali».
Crede che l’Ilva sia desinata a chiudere?
«Spero di no. Ventimila lavoratori e una città abbandonata sul tema ambientale rappresentano un prezzo troppo alto da pagare per gli scontri politici. Il M5S impari a governare nell’interesse di tutta l’Italia».
Ventimila lavoratori a rischio e una città lasciata sola sul tema ambientale