Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Gestione delle piscine, il Tar accoglie il ricorso Condannato il Comune
Secondo i giudici la procedura di affidamento è illegittima Palazzo di città dovrà pagare oltre 51 mila euro
Questa storia merita di essere raccontata partendo dai due elementi che ne caratterizzano il finale: una sentenza del Tar che condanna il Comune di Bari a risarcire 45.666 euro a una società sportiva e un parere del Collegio dei Revisori dei Conti che, esprimendosi sul riconoscimento del relativo debito fuori bilancio, esorta l’ente comunale a una serie di verifiche interne a propria tutela perché «emergerebbero profili di responsabilità per danno erariale». Ma ripartiamo dal principio.
È il 2015 quando la SSD Sport Management spa (seconda classificata) si rivolge al tribunale amministrativo per ottenere l’annullamento della determina dirigenziale della Stazione Unica Appaltante con cui il Comune di Bari, nel dicembre del 2014, aggiudicava l’esternalizzazione della gestione decennale delle piscine comunali alla ASD Waterpolo Bari. Il ricorso della Sport Management, in sostanza, si basa sulla mancanza del requisito generale della regolarità contributiva della società ausiliaria ASD Payton Bari (collegata alla vincitrice) che, seppur successivamente sanata, rendeva di fatto illegittima l’ammissione alla gara della Waterpolo.
La logica conseguenza dell’acclarata illegittimità, stabilita con sentenza pubblicata nel maggio di quest’anno, sarebbe dovuta essere il subentro della Sport Management nella gestione delle piscine. Ma è il Tar a disporre diversamente: prendendo atto del buon lavoro svolto dalla Waterpolo nei tre anni intercorsi durante il giudizio, degli importanti investimenti effettuati nella struttura sportiva e dell’ormai avanzato stato di esecuzione del contratto, il Tribunale decide di non pronunciarsi a favore dell’inefficacia del contratto e condanna il Comune di Bari al pagamento per mancata aggiudicazione, nei confronti della società arrivata seconda, di una somma che, con gli interessi maturati, ammonta oggi a 51.711 euro. Ma c’è di più. Sono gli stessi giudici del Tar che, nella sentenza, riconoscono illegittima la procedura seguita dalla ripartizione del Comune di Bari che, dopo aver preso atto dell’irregolarità contributiva, avrebbe dovuto procedere all’esclusione della Waterpolo dalla gara.
Qualcuno, insomma, ha sbagliato. Ed è lo stesso motivo per cui i revisori dei conti, successivamente, invitano il Comune a tener conto di quanto accaduto «nella fase di valutazione della performance dei Dirigenti responsabili».
«Questa è la ciliegina nella storia delle gestioni degli impianti sportivi – tuona il capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune e vice presidente della commissione Sport, Filippo Melchiorre – esattamente come accaduto per entrambi gli stadi baresi. Nello stadio del nuoto l’affidamento è stato fatto senza alcun criterio amministrativo e oggi a spese dei cittadini baresi verrà riconosciuto un debito fuori bilancio da 50mila euro. Tutta colpa della palese incapacità politico – amministrativa dell’ammini- strazione Decaro».
La delibera per il riconoscimento del debito fuori bilancio è al momento al vaglio della commissione consiliare Sport. Poi, approderà in aula Dalfino per la discussione.