Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’arte di comunicare Fra Salvini e gli altri non esiste confronto
Il Real Madrid contro la Civitanovese. In un Santiago Bernabeu traboccante di tifosi spagnoli. La sfida della comunicazione politica tra Salvini e i suoi avversari oggi è più o meno questa qui.
I bookmaker non la quoterebbero nemmeno. La sproporzione di efficacia tra le parole, i gesti, perfino la mimica facciale, è talmente evidente che sembra che i contendenti abitino pianeti diversi, lontani anni luce l’uno dall’altro. E infatti è così.
Il perimetro semantico di Salvini e quello di chi prova a rispondergli non si sovrappongono più.
Da una parte il ministro utilizza concetti come «io sono stato eletto, i magistrati no», dall’altra si risponde invocando «il rispetto per le prerogative della magistratura». Da una parte il Capitano tuona: «Vogliono fermare la voglia di cambiamento degli italiani», dall’altra si fa appello al senso delle istituzioni e all’indipendenza dei poteri dello Stato. Da una parte ci si inventa una diretta Facebook dallo studio del Viminale, e si appende l’avviso di garanzia alla parete come un trofeo, dall’altra si evoca lo spauracchio dell’eversione, parola buona per tutte le stagioni, dunque inutile. Da una parte si sbeffeggiano i migranti della Diciotti, perché «chi fugge da una guerra non scappa dai centri di accoglienza», dall’altra si risponde che «l’Italia è tenuta all’osservanza delle norme e dei trattati internazionali». Insomma da una parte c’è un mittente credibile con un messaggio potente e straordinariamente ficcante, ammantato da apparente buonsenso. Dall’altra si ricorre a concetti sacrosanti ma complessi, che per attecchire necessiterebbero di un background di sensibilità civica e culturale ormai quasi inesistenti.
Può la Civitanovese ribaltare i pronostici? In questa partita no, a meno di clamorosi autogol del Real. Dovrà aspettare la rivincita. Nel frattempo però (ma tanto, tanto tempo) è bene che si alleni parecchio.