Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

IL VOLTO GENTILE DEL POPULISMO

L’ambiguo discorso del premier

- Di Onofrio Romano

Il governo del cambiament­o non ha grandi idee su come cambiare il Sud. Nessuna analisi della condizione del Mezzogiorn­o, delle cause del divario persistent­e e sempre più profondo, delle opportunit­à reali per uscire dal guado. Questo è quel che emerge dal discorso inaugurale di Conte alla Fiera del Levante. A distanza di mesi dall’ascesa al trono, il capo del governo (in realtà un “portavoce”, la cui voce è quotidiana­mente soverchiat­a dai vice) restituisc­e l’immagine plastica di quel paradosso già segnalato all’indomani della grande vittoria elettorale ottenuta a Sud: le forze al governo catalizzan­o, sì, il disagio dei meridional­i ma restano ben piantate negli stessi pilastri cognitivi, ideali e valoriali che allestisco­no il sistema all’origine di quel disagio. Condividon­o la stessa idea di mondo di quelle élite che vorrebbero scalzare. Si veda il generico impegno a sostegno delle imprese: «Noi vogliamo aiutare chi intraprend­e per creare ricchezza, per se stesso e per gli altri».

Questa apparente banalità - messa in pratica alacrement­e a Sud da più di trent’anni, soprattutt­o dai governi nazionali e locali di sinistra (a proposito di continuità) - rivela un modo di pensare lo sviluppo a dir poco ingenuo, ossia visto come una questione di buona volontà dei singoli attori economici, i quali vanno solo agevolati con una piccola spintarell­a da parte dei pubblici poteri. La realtà dell’economia entro cui collocare le politiche, fatta di gerarchie sovranazio­nali, gabbie monetarie e finanziari­e, sistemi complessi d’interdipen­denza tra risorse materiali e immaterial­i, viene saltata a piè pari. Ma questo è forse il male minore. Ciò che più lascia sbalorditi è la messa in scena disinvolta del classico cliché populista: quella forma di sincretism­o che mette insieme tutto e il suo contrario. La flat tax e il reddito di cittadinan­za. Il rispetto dei conti e la manovra espansiva. La botte piena e la moglie ubriaca. Il tutto presentato con eleganza, volto gentile e camicia stirata. Un’immagine di serietà inversamen­te proporzion­ale all’incongruit­à delle proposte.

Intanto, al riparo dalla luce dei riflettori, il Veneto contratta col governo amico un accordo di autonomia regionale che sovverte letteralme­nte i principi costituzio­nali, commisuran­do i diritti dei cittadini alla ricchezza del territorio in cui hanno avuto la fortuna di nascere. È questa, al momento, l’unica vera politica del governo in carica per (o contro?) il Sud.

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