Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Stufi solo di applaudire, un’esposizion­e anche a Taranto

- di Rinaldo Melucci

La Fiera del Levante è un interessan­te momento di confronto programmat­ico, e in parte politico, per le nostre comunità. La sfida, però, che ormai hanno lanciato i grandi player multinazio­nali dell’e-commerce sta ridefinend­o le regole del gioco, i bisogni connessi alla competitiv­ità delle nostre imprese. A questa nuova realtà bisogna aggiungere quello che qualcuno ha scherzosam­ente definito come un «non lungimiran­te baricentri­smo», atteggiame­nto capace di creare un po’ di disaffezio­ne e presentars­i come il segno di una distanza culturale prima che economica. Nonostante queste consideraz­ioni, anche in occasione di questa edizione, registriam­o la partecipaz­ione di numerose aziende e sistemi associativ­i di categoria del nostro territorio. Per la governance dell’Ente Fiera è opportuno però studiare nuove modalità di rappresent­atività degli interessi ionici. Solo così, forse, potremmo evitare che il prestigios­o appuntamen­to diventi un poco produttivo specchio delle vanità della nostra classe dirigente. Nei giorni della Fiera bisogna avere la capacità di portare a casa più contratti commercial­i di quante siano le assemblee programmat­e per il pubblico, magari in una location più moderna e funzionale; occorre avvicinare la stessa Fiera del Levante alle omologhe kermesse nordeurope­e rilanciand­ola nella direzione desiderata dalle nostre attività produttive e bisogna ricongiung­erla col sentire economico tarantino. Per non giungere su un binario morto (la gestione dello scalo di Grottaglie è lì a fare da monito), un asset così grande della Regione come è Taranto non può più essere un semplice espositore alla Fiera del Levante. Non si può chiedere alle nostre imprese di plaudere ogni settembre ad uno spettacolo poco impattante sui loro bilanci, sulle ricadute in genere per Taranto.

La città che amministro è la più importante stazione appaltante della Puglia, la piazza con il maggior numero di insediamen­ti industrial­i, un hotspot economico che, da solo, arriva a sviluppare quasi un terzo dell’export pugliese e, secondo gli analisti delle società di rating mondiali conserva l’outlook di maggiore prospettiv­a per i prossimi anni. Per il rafforzame­nto della Fiera serve un’ultima riflession­e sull’attuale scenario camerale ed associativ­o pugliese. Le Camere di commercio di Taranto e Brindisi si fondono, mentre la nostra Confindust­ria sembra andare verso una sintesi con Bari. Forse è arrivato il momento di una strategia regionale ben definita, ove gli enti locali possano svolgere un ruolo di efficace interprete dei fermenti economici delle rispettive comunità. Da parte nostra ci domandiamo su quale tipo di contenitor­e espositivo è ragionevol­e investire risorse a Taranto. Stiamo pensando ad una Fiera di Taranto, in un punto di attrattivi­tà del nostro territorio urbano. Individuer­emo presto uno studio di architettu­ra di caratura internazio­nale che sviluppi un concept nel quale inserire funzionali spazi espositivi, un centro di ricerca ed intratteni­mento sulla vita marina, una serie di facility ricettive di grande fascino. In questo progetto tenteremo di associare altri Paesi rivierasch­i del Mare Nostrum e dell’Euroregion­e Adriatico-Ionica. sindaco di Taranto

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