Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Andate via da Taranto maledetti americani»
Cari amici americani. Chi se ne frega se la mia città sarà ammirata in tutto il mondo. Chi se ne frega se una troupe internazionale di più di 500 persone soggiornerà e spenderà quattrini a beneficio dei miei concittadini. Chi se ne frega se duecento tarantini saranno impiegati in lavori e lavoretti utili per le riprese del film. Chi se ne frega se per la città di Firenze, che ha ospitato il set la settimana scorsa, è stato calcolato un indotto di circa 500.000 euro per due giorni di riprese, mentre qui i lavori dureranno cinque volte tanto. Chi se ne frega se la produzione che ha scelto Taranto come location fa capo a Netflix, un gigante dell’entertainment mondiale che fattura undici miliardi di dollari mal contati. Chi se ne frega di tutto questo di fronte al fatto che, con intollerabile prepotenza e con l’avallo complice del Comune, abbiate deciso di chiudere al traffico per un giorno la strada del mio esercizio commerciale? Non sono mica fesso, io, non mi faccio mettere i piedi in testa! Non ci sto a fare da muta comparsa nel vostro solito, squallido film in cui il colonialista prepotente calpesta impunemente i diritti dell’ingenuo indigeno. Cari americani, non sono mica un pellerossa, io. Io reagisco, io mi ribello, io non subisco i poteri forti, io rivolto cassonetti, faccio barricate, scateno una guerra civile, per le strade reali e per quelle virtuali. E poi vediamo, maledetti Yankees, se non ve ne tornate a Hollywood a girare ‘sta robaccia. Taranto non ha bisogno della vostra elemosina. Siamo una città ricca, con tante e diverse opportunità di crescita. Facciamo volentieri a meno dell’invasiva e inquinante industria del cinema e del suo incerto e precario indotto. Fieri della lungimiranza e della saggezza popolare racchiusa perfettamente nel nostro motto di vita: «Few, bloody and soon». «Pochi, maledetti e subito». Do you understand?